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Campane di gioia e di speranza

Campane che suonano. Per la gioia, per il lutto, per solidarietà. Rintocchi che volano lontano, coprono spazi, per raccontare storie di dolore e storie di speranza.

In questi giorni sono tornate a suonare le campane di una chiesa cristiana nella piana di Ninive, in Iraq. Da oltre due anni l’intera zona, che ha in Mosul il suo centro principale, era caduta in mano ai terroristi dello Stato islamico. Così dopo 1400 anni i campanili sono rimasti silenziosi.

Ora che la battaglia è in pieno svolgimento il fronte alleato è riuscito a avanzare velocemente nei primi momenti dell’ offensiva. La cittadina di Bartella, a circa 13 chilometri da Mosul, è stata una delle prime a venire liberata, e il primo gesto che le truppe liberatrici hanno voluto compiere è stato proprio quello di far risuonare in tutta la pianura le campane della chiesa “Mart Shmony”, immortalando il momento in un video.

La guerra si presenta lunga e i rintocchi vogliono essere insieme incoraggiamento e auspicio di libertà per una terra martoriata, in cui i pochi cristiani rimasti hanno patito tremende persecuzioni. In alcuni scatti diffusi poi sui social media si possono vedere i danni patiti dalla chiesa in questione, saccheggiata ma comunque ancora in piedi.

A Erbil, città in cui sono riparati i cristiani che non sono riusciti a fuggire all’estero, si festeggia per questa parziale riconquista della zona di Ninive in cui i cristiani erano una presenza forte ridotta ora a poche unità: nella sola Bartella ne risiedevano almeno ventimila. La zona rimane una polveriera, ma i rintocchi delle campane stanno a significare che qualcosa sta cambiando. E la gioia nella voce dei canti dei soldati lo testimonia.

A migliaia di chilometri dagli orrori del conflitto iracheno altre campane stanno trasformando un semplice segno di solidarietà in un fenomeno globale. In Finlandia la Chiesa evangelica luterana dal 12 ottobre ha iniziato a far risuonare le campane a lutto tutti i pomeriggi alle cinque, in solidarietà questa volta con la popolazione di Aleppo in Siria, che sta patendo altre terrificanti atrocità. In principio è stata la parrocchia di Kallio, nella capitale Helsinki, e poi altre sparse nella nazione dei mille laghi hanno seguito l’esempio. L’iniziativa è presto divenuta virale e ora dall’Europa agli Stati Uniti, dall’Australia al Sud Africa sono già numerosissime le chiese che ogni giorno fanno risuonare per 4 minuti le proprie campane, in segno di vicinanza, come si può vedere dal sito creato per l’occasione. La campagna ha raccolto il sostegno della Conferenza delle chiese europee (Kek), della Federazione luterana mondiale (Lwf) e del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), e ha avuto il suo culmine il 24 ottobre, giorno del “compleanno” delle Nazioni Unite, ma non sono poche le parrocchie che stanno proseguendo a far sentire alta e forte la propria voce contro ogni guerra. Per ricordare a tutti, ogni giorno, il dramma continuo vissuto da milioni di persone in medio-oriente.