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Torre Pellice-Pinerolo a che punto siamo?

La linea ferroviaria Torre Pellice-Pinerolo è chiusa da giugno 2012, da quando la giunta leghista di Roberto Cota la chiuse considerandola un “ramo secco”. I servizi ferroviari regionali sono amministrati direttamente dalla Regione Piemonte, ad eccezione di quelli appartenenti all’area metropolitana torinese che sono delegati all’Agenzia per la Mobilità Metropolitana. Se fin’ora in Piemonte il servizio è sempre stato affidato dalla Regione a Trenitalia, con questa la Giunta Chiamparino, l’assessore ai trasporti Francesco Balocco ha scelto di realizzare dei bandi per affidare anche a privati le linee ferroviarie piemontesi.

Sono tre i grandi lotti in cui è stata suddivisa la rete da affidare ai privati: il bacino metropolitano di Torino, che contiene l’attuale servizio ferroviario della provincia subalpina per un valore annuo che oscilla tra i 55 ed i 65 milioni di euro, il bacino centro-nord con la Torino-Milano per una cifra tra i 40 e 50 milioni, quello centro-sud con le linee Torino-Genova, Torino-Cuneo e Torino-Savona come principali direttrici ed un corrispettivo di riferimento tra 60 e 70 milioni.

Il contratto con Trenitalia scadrà il 31 dicembre del 2016 e “per quella data dobbiamo arrivare pronti” dichiarò a novembre 2014 l’assessore regionale ai Trasporti Francesco Balocco quando si diede avvio in Giunta alla delibera procedura per la gara europea. Il risparmio previsto dalla Regione era tra il 10 e il 25 per cento permettendo al Piemonte di stare dentro la somma erogata dal fondo nazionale per i trasporti, che è di 484 milioni.

Ma un aspetto importantissimo riguarderà anche i capitolati che saranno predisposti dall’Agenzia regionale per la Mobilità Metropolitana su indicazione della Regione, riguardo il rientro in attività di alcune linee dismesse negli ultimi anni. Ed è proprio il caso della Pinerolo-Torre Pellice, oltre che della Arona-Santhià, la Vercelli-Casale, la Alessandria-Ovada e la Saluzzo-Savigliano-Cuneo.

Questo per aver un minore risparmio in termini assoluti e un miglior servizio per le tratte di collegamento attualmente non più utilizzate. Nel 2012 la Pinerolo-Torre Pellice fu chiusa perché i passeggeri che la utilizzavano non erano abbastanza sufficienti per Trenitalia, unico gestore della linea, per continuare ad erogare e garantire il servizio.

«Quello che sappiamo al momento – commenta il sindaco di Luserna San Giovanni Duilio Canale – è che stiamo aspettando i bandi e che da Trenitalia ci avevano detto che per ripristinare il servizio sarebbero serviti 5 mila passeggeri al giorno tra andata e ritorno che si muovono da Torre Pellice a Pinerolo. Chiaramente questo è quasi impossibile. Attualmente sono 500 e si potrebbe arrivare a mille ma solo se ci fossero fermate intermedie, tipo a Pralafera e nella zona industriale di Luserna, solo per citare il caso nel nostro comune».

All’ipotesi di una trasformazione in pista ciclabile o altro progetto al momento non crede nessuno. Neanche Furio Chiaretta del comitato Treno Vivo «La linea è solo sospesa, non cancellata. Una differenza non formale ma sostanziale. Essendo sospesa, RFI [proprietaria delle infrastrutture ndr] continua a tenerla elettrificata e quindi non può essere preda di vandali. Sicuramente costerebbe molto di più togliere i binari e fare una ciclabile che non ripristinare la linea che è quello che vogliamo come comitato e come cittadini che pensano che sia più economico e ambientalmente sostenibile il treno del bus. E lo Stato italiano e la Regione dovrebbe ragionare così per essere coerenti con i recenti accordi e impegni presi dall’Italia Cop21 di Parigi del novembre 2015».

Immagine: Diego Meggiolaro