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Migranti in val Pellice: fra nuovi arrivi e accoglienza diffusa

A un anno dall’arrivo dei sessanta migranti alla Crumière di Villar Pellice, la val Pellice è stata interessata da un nuovo arrivo, questa volta di trenta persone, tutti uomini che nella prima metà di agosto sono giunti a Torre Pellice. «Come spesso accade la comunicazione mi è arrivata poche ore prima del loro arrivo – ci spiega il sindaco di Torre Pellice Marco Cogno – e siamo stati informati del fatto che i migranti sarebbero arrivati e che l’ospitalità e la gestione sarebbe stata garantita dalla cooperativa sociale Edu-Care di Torino che gestisce situazioni simili anche in Valle d’Aosta e Liguria e quindi garantisce un certo tipo di servizio. Da parte nostra ci siamo subito attivati con l’Asl, in quanto compete al sindaco la salute dei cittadini sul territorio e con i Carabinieri, informandoli dell’arrivo dei migranti. Abbiamo anche preso contatti con questa cooperativa perché è indispensabile che ci sia un filo diretto, anche in caso di qualunque tipo di emergenza». I migranti sono ospitati in un edificio privato appena ristrutturato in via Giordanotti, sulla collina, in sei alloggi. Il proprietario ha contattato la cooperativa e poi la Prefettura ha inviato i migranti che sono stati trasportati con un pullman della Croce rossa italiana. Cogno però ha una preoccupazione. «Al di là del preavviso veramente minimo con cui ci hanno contattati pensiamo che ci sia un numero massimo di migranti ospitabili su un territorio come il nostro. Sono limiti fisiologici, ma notiamo che la Prefettura preferisce inviare i migranti dove già si ospita e non in altre zone dove ancora non ci sono migranti. Proprio per evitare una concentrazione troppo alta abbiamo stilato un accordo territoriale, firmato da tutti i nove Comuni della val Pellice, in cui si sottolinea che il numero di cento migranti possa essere un equilibrio sostenibile: oggi siamo a 150. Pensiamo che l’accoglienza sia importante e proprio perché vogliamo farla nel migliore dei modi riteniamo sia utile avere dei paletti. Il problema è che il protocollo non è stato firmato dal Prefetto (che al momento non c’è, così come il vice, c’è solo il vicario che non può firmare nulla)». Cogno conclude con una precisazione doverosa. «Troppo spesso sentiamo critiche feroci ai 32,50 euro giornalieri destinati ai migranti. Ricordiamo che questi soldi non vanno ai migranti ma a chi gestisce le strutture d’accoglienza. E le strutture d’accoglienza danno lavoro ai giovani locali e creano anche una ricaduta economica sul territorio».

E dei sessanta della Crumière? Ci sono novità? A un anno esatto dal loro arrivo stanno per essere «distribuiti» sul territorio, in piccoli alloggi (a parte il gruppo di venti persone ospitate a Villa Olanda, Luserna San Giovanni). Marco Armand Hugon, referente del progetto per il Coordinamento opere valli della Diaconia valdese ci spiega che ormai «è questione di giorni. Abbiamo trovato alcuni alloggi nei Comuni di Bobbio, Villar, Torre Pellice, Luserna San Giovanni e Bibiana, cercando di mantenere i migranti sull’asse vallivo principale senza spingerci in Comuni come Angrogna e Rorà, difficilmente raggiungibili con mezzi pubblici. Inoltre ci sembrava meglio distribuire le persone anche in base al numero di residenti per cercare di favorire l’inserimento nel tessuto sociale. Al momento abbiamo ancora alcuni problemi logistici negli alloggi: arredamento, piccoli lavoretti, ecc. ma contiamo di trasferire tutti quanti fra dieci giorni. E abbiamo fatto in modo che partano tutti insieme dalla Crumière». Armand Hugon però si sofferma anche lui sulla questione dei numeri in rapporto alla popolazione del territorio. «Bisogna fare molta attenzione ai numeri. Con i sindaci avevamo valutato che in val Pellice il numero massimo dei migranti per garantire loro un inserimento fosse attorno ai cento. Pensiamo che ospitarne di più possa portare a delle difficoltà di gestione».