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La difficile ricerca della pace a Nizza

Il 21 luglio a Nizza ha avuto luogo la celebrazione interreligiosa che non aveva potuto svolgersi lo scorso lunedì a causa delle tensioni scoppiate fra la folla all’arrivo delle autorità politiche sul lungomare della città.

«Lunedì – ricorda Paolo Morlacchetti, pastore dell’Eglise Protestante Unie a Nizza – è stato un momento difficile. Al termine del minuto di silenzio concordato a livello nazionale, il collettivo interreligioso di Nizza (il Consiglio rappresentativo delle religioni monoteiste delle Alpi Marittime), aveva deciso di tenere un momento di celebrazione interreligiosa. Il problema è stato che in quel minuto le persone sono state disturbate da gruppi organizzati, in particolare del Front National, che hanno contestato il primo ministro Manuel Valls e le autorità locali. Dunque non c’è stata nessuna celebrazione, visti anche i brutti episodi che si sono svolti: cittadini francesi di origine maghrebina, per esempio, sono stati insultati e oggetto di alterchi».

Da qui la necessità di organizzare una nuova celebrazione interreligiosa, in un punto in cui si sono raccolti i fiori e i messaggi che sono stati tolti dalla Promenade des Anglais. Anche in questo caso, però, la cerimonia non si è svolta come previsto: «purtroppo, con l’arrivo del presidente della regione e di uno dei deputati del dipartimento non è stato possibile prendere la parola come avremmo voluto – continua Morlacchetti – anche se non ci sono stati tafferugli. C’è stato un momento di raccoglimento silenzioso come previsto, ma nessun intervento o preghiera».

La commemorazione si è svolta in due momenti: alle 18 con i rappresentanti del mondo musulmano, gli ebrei, i cattolici, gli ortodossi e i protestanti, e alle 19 presso il tempio protestante Saint-Esprit di Nizza i cristiani e alcuni rappresentanti della comunità musulmana e ebraica si sono raccolti insieme. «C’era moltissima gente – racconta Morlacchetti – e il momento è terminato con un gesto simbolico: siamo usciti tutti davanti al tempio e abbiamo deposto dei fiori attorno a un albero e poi abbiamo cantato insieme un inno, come testimonianza della nostra volontà a lavorare per la pace. Volevamo dare un messaggio di unità: siamo insieme, e insieme diciamo no a questo clima di paura e tensione che si sta creando sempre più qui a Nizza, che è esattamente quello che vogliono i terroristi. La comunità musulmana è stata una delle più colpite da questo attentato: questa cosa gli abitanti di Nizza non la considerano neanche, e tutti chiedono alla comunità di giustificarsi. Una situazione paradossale nei confronti della quale vogliamo sottolineare il nostro disaccordo. Noi non dobbiamo cedere al ricatto dei terroristi, è necessario invece cercare di accogliere l’altro o l’altra nella sua differenza e diversità. Un messaggio di pace è necessario, quando tutti i dibattiti sono incentrati sulla questione della sicurezza e sulla questione dei rifugiati e richiedenti asilo, anche se sappiamo benissimo che i protagonisti degli ultimi attentati sono o francesi, belgi o residenti regolari. Non c’è nessuna voce che dica questo con chiarezza».

Altre iniziative sono previste nei prossimi giorni e settimane, per ribadire ancora una volta l’unità dei credenti di fronte alla violenza del terrorismo e del fondamentalismo.

Foto: La celebrazione del 18 luglio. Foto Paolo Morlacchetti