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La Chiesa ortodossa russa e il post concilio

La Chiesa ortodossa russa, il cui boicottaggio dell’importante concilio che si è svolto a Creta a fine giugno ne ha depotenziato gli obiettivi, in una nota ufficiale ha definito l’evento come un «momento importante nel processo conciliare della Chiesa ortodossa, ma che non si può ritenere panortodosso a causa dell’assenza di varie componenti».

Oltre 50 anni di preparazione non sono stati sufficienti per dirimere le questioni e i sospetti che accompagnano le relazioni fra le varie anime del panorama ortodosso, tanto che sono state ben 4 sulle 14 totali le denominazioni a non partecipare: oltre alla chiesa russa, che da sola conta dalla metà ai due terzi dei trecento milioni di ortodossi nel mondo, non si sono presentate con motivazioni varie anche quella di Georgia, Bulgaria e Antiochia.

Di conseguenza, si legge nel comunicato, «i documenti approvati a Creta non si possono considerare espressione della totalità dei consensi del mondo ortodosso» e per questo motivo ne chiede la consegna alla Commissione teologica che dovrà esaminarli per capire se farli propri, in toto, in parte o per nulla, senza quindi sentirsi particolarmente vincolati dalle decisioni assunte. La principale motivazione esplicita che sta dietro al boicottaggio verte sulla richiesta, non accolta, di un ulteriore posticipo del Concilio, che sarebbe stato l’ennesimo. Il patriarcato di Costantinopoli incaricato dell’organizzazione dell’evento non ha però ritenuto di dover procedere ad un ulteriore spostamento nel tempo della riunione che si è quindi svolta. Da qui la contestazione dell’assenza del consueto carattere assembleare e delle scelte da approvare all’unanimità. Alla commissione preposta dunque il compito di valutare i documenti approvati. Da questa scelta dipende molto del futuro delle relazioni all’interno del mondo ortodosso, ma anche verso il resto dei credenti, cristiani in primis, se è vero che una delle questioni più spinose riguarda le definizioni delle altre chiese cristiane, protestante e cattolica, che larga parte del consesso ortodosso vorrebbe venissero definite eresie e non chiese vere e proprie. Oltre a ciò si sono approvate risoluzioni su digiuno, matrimonio, diaspora ortodossa e modalità di proclamazione dell’autocefalia.