istock_000026125030_large-web

La Bibbia in salvo per i prossimi 14 miliardi di anni

La tutela e la trasmissione delle conoscenze sono preoccupazioni per l’uomo dall’alba dei tempi. In tutte le epoche, parti intere della creatività umana sono state distrutte e il ventunesimo secolo non ha certo derogato a questa triste realtà, fra conflitti senza precedenti e catastrofi climatiche.

La digitalizzazione delle opere di qualsivoglia natura è dunque diventata una priorità decisiva. Un’equipe dell’università di Southampton in Inghilterra ha battuto ogni primato nella conservazione dei dati mettendo a punto una tecnologia rivoluzionaria che consente di conservare fino a 360 terabyte di dati per un periodo di tempo di 13, 8 miliardi di anni su un vetrino di appena un centimetro di diametro.

I dati sono codificati all’interno di nanostrutture contenute nel dischetto di vetro. Gli scienziati utilizzano un laser a impulsi ultra brevi come il femtosecondo, unità di misura pari ad un milionesimo di miliardesimo di secondo, per registrare o leggere i dati stoccati sul supporto. Siamo entrati nell’era del 5d, innovativa sistema di scrittura e di lettura in 5 dimensioni, teorizzato nel 2013 e ora divenuto realtà. I dati non sono salvati sulla superficie del dischetto come nei normali cd, ma all’interno, con una capacità di resistere fino a temperature di mille gradi. La prima opera scelta per effettuare l’esperimento è stata la Bibbia, che ora è dunque in salvo in pratica fino alla fine dei tempi. In seguito è toccato alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, al trattato “Lezioni di ottica” di Isaac Newton e alla Magna Charta britannica. L’università ha espresso grande soddisfazione per il lavoro dello staff , capace di ideare un supporto per la trasmissione di dati e una conservazione pressoché illimitata. Questa tecnologia renderà potenzialmente sicura ogni nostra traccia di civiltà e tutto quanto abbiamo appreso potrà essere trasmesso ai posteri. Sperando di non dovercene vergognare un giorno, noi o i nostri eredi.

Images ©iStockphoto.com/zjzpp163