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Cristo, nuova possibilità di vita

Non respingermi dalla tua presenza e non togliermi il tuo santo Spirito
(Salmo 51, 13)

Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo
(1 Tessalonicesi 5, 9)

L’ira di Dio non è un furore violento, come potrebbe esserlo quella umana, ma esprime l’indignazione di Dio di fronte al peccato e all’empietà umana. Più che un’emozione furibonda, l’ira divina indica la disapprovazione, da parte del Signore, della corruzione e dell’ingiustizia di questo mondo. Dio, essendo santo e giusto, si dissocia da un’umanità corrotta e ingiusta. L’intero genere umano, essendo intricato in un sistema sociale corrotto e ingiusto, è sotto l’ira di Dio o, detto in altri termini, quest’umanità, a causa della sua ribellione, ha rotto la propria amicizia con Dio estraniandosi da Lui. Come è scritto nel libro del profeta Isaia, «le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi» (Isaia 59, 2). A causa della nostra iniquità umana, siamo sotto l’ira di Dio perché Egli, nella sua perfetta santità, rimane indignato di fronte al nostro peccato e nasconde la sua faccia da noi.

Dio, però, oltre a essere santo e giusto, è anche buono e misericordioso e il suo scopo finale non è quello di destinarci a ira, ma è quello di salvarci dalla nostra condizione di peccato al fine di ristabilire un rapporto di amicizia con noi. Egli, così, ha stabilito il suo piano di salvezza per mezzo di Gesù Cristo, l’unico giusto in grado di essere nel contempo amico di Dio e «amico dei pubblicani e dei peccatori» (Matteo 11, 19). Dio in Cristo ci ha manifestato il suo volto misericordioso, aprendoci la strada per essere riconciliati con Lui. La persona di Gesù, infatti, è stata messa a morte da quest’umanità corrotta e ingiusta, che non tollerava di essere smascherata dall’unico giusto, ma Dio lo ha risuscitato dalla morte, vincendo il potere distruttivo dell’ingiustizia umana e aprendo a tutti coloro che confessano la loro condizione di peccato la possibilità di ristabilire un rapporto di amicizia con Lui.

Vogliamo ogni giorno aderire a questa nuova possibilità di vita che Dio ci ha aperto in Cristo, coltivando la nostra amicizia con Lui e ringraziandolo per questo dono meraviglioso e immeritato.

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