donald_trump_by_gage_skidmore_3

La patente di cristianità

Come forse sapete, all’estero si parla di papa e della chiesa cattolica molto meno che in Italia. L’altro giorno, però, mentre Francesco era in visita in Messico, ha fatto molto scalpore la sua dichiarazione su Donald Trump. In risposta diretta all’accusa che il candidato repubblicano alla presidenza ha fatto al papa di essere un “politico” — ma va?! —, Francesco ha risposto che: «Una persona che pensa solo a costruire muri e non ponti, non è un cristiano».

Molti americani spaventati dalla prospettiva di un Trump presidente hanno espresso sollievo e gratitudine per queste parole. «Speriamo che almeno i cattolici non lo votino», mi ha detto un pastore presbiteriano qui a Seattle.

Eppure a me le parole del papa non sono piaciute. Per secoli i protestanti sono stati accusati dai cattolici di non essere cristiani e per secoli i protestanti hanno risposto con la stessa moneta. Memori di questa storia, che appartiene al cristianesimo, appartiene a noi, oggi non dovremmo sentirci nella posizione di dare patenti di cristianità.

Donald Trump è un fascista, nel senso più pasoliniano del termine. In Salò Pasolini definiva i fascisti più o meno così: i veri anarchici, che impongono regole per poi trasgredirle. Per limitarmi a un esempio, Trump dice peste e corna sugli immigrati senza distinzione alcuna, vuole alzare (e, dove già c’è, rafforzare) un muro tra Stati Uniti e Messico, vuole deportare gli immigrati clandestini. Eppure le sue due mogli non sono americane.

Allo stesso tempo, anch’io credo che non sia cristiano volere muri invece di ponti, soprattutto se vuoi solo muri e nessun ponte. Ma non penso che chi è così non sia un cristiano. C’è una sottile, ma sostanziale differenza.

Nonostante non condivida diverse cose che dice il papa né ritengo biblico il ministero petrino, in particolare nell’attuazione storica che ne ha fatto la chiesa romana, non mi passerebbe mai per la testa di dire che il papa non è “un cristiano”. Nonostante Donald Trump mi faccia letteralmente orrore, come persona — una volta disse della figlia Ivanka: «Sì, è speciale e che bellezza: se non fossi felicemente sposato e, be’, suo padre…» — e come uomo politico, non mi azzarderei mai a dire che non è “un cristiano”, qualora lui lo rivendicasse.

Certo, un cristianesimo incoerente col messaggio di Cristo. Ma non è forse tipico dei cristiani essere dei servi infedeli? Se Cristo è non solo coerente con i comandamenti di Dio, ma addirittura l’incarnazione della Parola di Dio, i suoi seguaci — o, come direbbe Woody Allen, il suo “fan club” — avranno magari avuto dei bei momenti, ma il cristiano è soprattutto un peccatore, che ha bisogno di ascoltare il giudizio e la grazia di Dio. Solitamente il cristiano fa cose non cristiane. E quelle cose vanno stigmatizzate. Cristo non farebbe muri, ma costruirebbe ponti: questo è l’annuncio, cui sei chiamato a rispondere con responsabilità. Ma se non sei “un cristiano”, cosa dovrebbe importarti di quel che farebbe Cristo?

Foto: By Gage Skidmore, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=38720271