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Riapre il campus di Garissa in Kenya

A 9 mesi dalla terribile carneficina costata la vita a 150 fra ragazze e ragazzi,  il campus universitario di Garissa in Kenya tenta di ripartire aprendo nuovamente i propri spazi. Una piccola cerimonia il 4 di gennaio ha dato il la a questa nuova stagione, e a poco a poco i giovani stanno tornando nella struttura. Il via ufficiale alle lezioni è previsto per settembre, ma già in questi giorni è possibile frequentare le aule e studiare nelle biblioteche.

Era il 2 aprile 2015 quando un gruppo di miliziani di Al Shabaab, gruppo jihadista somalo legato ad Al Qaeda, fece irruzione nei dormitori, svegliò gli studenti chiedendo loro di che religione fossero: i cristiani venivano uccisi all’istante. I feriti furono un centinaio, e oltre 600 coloro che riuscirono a salvarsi con una fuga disperata. Da allora non avevano più voluto rientrare nella scuola, nonostante un tentativo di riapertura dei battenti già nel maggio dello scorso anno. I tempi non erano ancora maturi, le ferite, non solo quelle fisiche, ancora troppo fresche.

E’ stata una delle grande tragedie di un 2015 costellato da drammatici episodi  che hanno causato lutti e dolore in nome di un Dio utilizzato come pretesto e grimaldello per giustificare qualsiasi orrore.

Ora gli edifici sono sorvegliati da forze speciali dell’esercito e della polizia, e passo dopo passo si tenta il ritorno alla normalità.

Il Kenya, nazione la cui popolazione all’80% professa una fede cristiana, è oramai da dieci anni nel mirino di gruppi fondamentalisti somali. Nel 2006 il governo di Nairobi scelse infatti di inviare l’esercito in Somalia per debellare i jihadisti protagonisti di continui sforamenti su territorio keniota. Da allora gli attacchi terroristici non si sono mai interrotti. Solo nel 2014 i morti sono stati oltre 200.

La strage di studenti suscitò uno sdegno planetario e la ferma presa di posizione di vari leader politici e religiosi.

La Francia ha messo a disposizione un fondo di circa 1360 euro per le tasse scolastiche di ciascuno dei 109 studenti feriti nell’attacco. Vedremo quanti fra loro avranno la forza fisica e morale di tornare nei luoghi del dolore per iniziare una nuova vita.

Foto: COD Newsroom, con licenza CC BY-SA 2.0,  via Flickr