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Un’esperienza originale nella difesa dei diritti

«… Tradotto in decisioni operative per la 31 ottobre, il discorso potrebbe voler dire: se si ha la forza, la voglia, le energie necessarie per dare ancora seguito a questa esperienza, l’Associazione dovrebbe muoversi su entrambi i terreni [assistenza legale e luogo di riflessione di linea], conservando il legame originario con la Fcei inteso come possibilità di collegamento, e con autonomia di elaborazione; se invece questo non fosse possibile per ragioni che si possono anche comprendere, sfiducia, stanchezza, esaurimento delle risorse o reale impossibilità di continuare un lavoro che pesa sempre più su poche spalle forti, deve essere chiaro che, nella dimensione di una exit strategy, si potrebbe immaginare di supplire a queste funzioni ritenute necessarie e indispensabili per le nostre chiese, anche attraverso strutture già esistenti o da creare al livello diretto degli esecutivi, ufficio legale Tavola, commissione ad hoc Tavola-Opcemi, altro ecc…

Nel primo caso la 31 ottobre resterebbe, ma dovrebbe in qualche modo rifondarsi; nel secondo caso l’esperienza si considererebbe conclusa.

Inutile dirvi che personalmente tifo per la prima delle due… Ma so che questa è una decisione onerosa che graverebbe su pochi e ben determinati soggetti volontari… Auguro di tutto cuore un ottimo lavoro all’Assemblea e vi saluto tutti e tutte con l’affetto di sempre

Rosanna»


Questa è la parte conclusiva della relazione preparata da Rosanna Ciappa, prima presidente dell’Associazione «31 Ottobre», in occasione dell’Assemblea ordinaria svoltasi lo scorso 31 ottobre a Bergamo, cui lei non poté partecipare perchè impegnata nei lavori della Tavola valdese. Sapendo di non poterla avere tra noi, le avevo chiesto già da tempo di preparare una «memoria scritta» della nascita e dei primi anni di vita dell’associazione così da rendere possibile un’analisi dei tanti cambiamenti avvenuti dal 1999 a oggi. Ovviamente non ho dovuto insistere: per Rosanna era un piacere collaborare con «la 31», come amava definirci, e io sapevo di poter sempre contare sulla sua disponibilità.

Ci sono persone speciali che hanno il dono di saper portare sulle proprie spalle pesi non indifferenti, assumere ruoli di responsabilità e impegnarsi anche su argomenti «scomodi» senza anteporre a tutto questo un interesse personale che non sia quello dell’impegno volontario, legato allo spirito di servizio. Rosanna era una persona speciale, lo era per la sua comunità di chiesa come per la sua famiglia, per il mondo dell’istruzione come per la nostra associazione, per la Tavola valdese come per l’Opcemi e per la Fcei.

Durante il culto di commiato, alla chiesa del Vomero, le testimonianze del moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, della presidente dell’Opcemi Alessandra Trotta e del presidente del Consiglio di chiesa Luciano Cirica hanno posto l’accento sui tanti incarichi che Rosanna aveva svolto nelle varie realtà delle nostre chiese e dell’ambito accademico, oltre all’impegno nel sociale, nella difesa dei diritti civili: non ultimo quindi il ruolo svolto per la nascita e nella crescita della «31». «Un’esperienza originale», come la definiva Rosanna, «né un’associazione confessionale, solo per gli evangelici, né di categoria, solo per gli insegnanti o per gli operatori scolastici; ma aperta a tutti coloro che, operatori scolastici a diverso titolo, o semplici cittadini italiani, condividano gli obbiettivi e le finalità proposti nello statuto».

La sua improvvisa scomparsa stimola più di una riflessione sul tema dell’impegno volontario in un contesto, quello della laicità e del pluralismo nella e della scuola, che oggi richiede innanzitutto un’attenta analisi dei cambiamenti che quasi quotidianamente investono, spesso travolgendola, la vita della comunità scolastica. Rosanna, pur non avendo dimestichezza con le realtà della scuola di base, possedeva una vivacità intellettuale che le consentiva di entrare nel merito della normativa scolastica sempre con pertinenza, capacità che le derivava innanzitutto dalla grande umiltà con cui chiedeva, si informava, ascoltava con pazienza durante le lunghe chiacchierate che, spesso, facevamo sul tema.

Ora mi mancherà moltissimo, mancherà a tutti coloro che hanno avuto modo di conoscerla, ma riflettendo sulla sua testimonianza di donna, di credente e di militante impegnata nella difesa dei diritti di tutte e di tutti, oltre che sulla particolare circostanza in cui ci ha lasciato, ai margini di una riunione di lavoro, è chiaro che il suo lascito è una grande eredità, fatta di coraggio, di forza e di entusiasmo con cui affrontare le tante problematiche che gravitano sulla società, tutte riassunte nel contesto delle comunità scolastiche.

L’impegno continua, con l’auspicio che il dolore del distacco si trasformi in capacità d’analisi e d’azione fin dalla prossima nostra assemblea straordinaria, in cui rileggeremo la relazione di Rosanna.