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Un rifugiato in famiglia

Quando la politica latita, ci pensano i cittadini. E’ il caso di “Refugees Welcome”, una bella iniziativa nata nel 2014 in Germania per offrire una casa ai migranti e ora approdata anche in Italia.

Si tratta di una sorta di airbnb della solidarietà, in cui famiglie o singoli mettono a disposizione una stanza per un rifugiato, impegnandosi ad accoglierlo per un periodo che va dai tre ai sei mesi. Per le spese, il sostegno viene da una raccolta fondi fra amici e sostenitori, un crowfounding dal basso, che si attiva con l’ingresso in casa del nuovo ospite. Una soluzione che unisce l’ospitalità alla condivisione della vita quotidiana in famiglia, aiutando così il rifugiato a integrarsi più facilmente nel paese di arrivo e magari contribuendo a ricreare quel calore domestico di cui, come ogni esiliato, sente la mancanza.

«Un nuovo modello di inclusione – come ha affermato Germana Lavagna, una delle fondatrici del progetto – che si affianca agli strumenti già attivi sul territorio per l’accoglienza dei migranti». Ricordiamo che nel 2014 i 28 paesi dell’Unione Europea hanno ricevuto 570.800 domande d’asilo, il 44% in più rispetto al 2013. In Italia gli arrivi sono stati più di 170.000, ma le persone che hanno fatto domanda d’asilo superano di poco i 63.000.

Chi vuole mettere a disposizione una stanza nella propria abitazione può quindi andare sul sito http://refugees-welcome.it e registrarsi: dopo un colloquio informativo, verrà subito messo in contatto con il rifugiato per l’inizio della convivenza. Un mediatore culturale aiuterà l’inserimento nel nuovo nucleo famigliare e lo staff di “Refugees Welcome” sarà comunque sempre disponibile per qualsiasi esigenza. Il progetto, oltre che in Germania e Italia, è attivo anche in Grecia, Svezia, Austria, Spagna, Polonia, Portogallo e Paesi Bassi.