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La strada di Voltaire

Visivamente gli attentati di Parigi del 13 novembre rimangono in mente per le immagini della donna appesa “alla parete” del Bataclan, per il rumore degli scoppi e la vista delle persone che fuggono, per una cartina di Parigi con i punti in cui avvenivano gli attacchi terroristici. Le parole di condanna che da occidente sono subito arrivate parlavano di “attacco alla democrazia”, ai luoghi del divertimento e della quotidianità ecc. E’ notevole che nessuno, almeno così mi è parso, abbia fatto caso al fatto che uno degli attentati è avvenuto in boulevard Voltaire. Perché notarlo? Che importanza ha la toponomastica, di fronte a una “carneficina” di tale portata?

Forse però vale la pena soffermarsi su questo “indirizzo” perché, inconsciamente visto che non è stato dichiarato, è stato scelto un luogo che porta il nome di un filosofo che si è battuto in maniera forte per la tolleranza. Meglio: Voltaire è una persona “che ha ‘deciso’ contro ogni fanatismo”, che per lui segnava lo spartiacque tra civiltà e barbarie. Le idee di Voltaire gli sono costate la prigione, anche una sonora bastonatura, e soprattutto sono alla base della nostra identità europea basata sui concetti di apertura e dell’impegno pratico per la tolleranza e la convivenza.

Certo oggi non guardiamo più a lui, al suo pensiero, ma anche dalle sue idee nasce quello che siamo. Voltaire non era un ateo come qualcuno dice, era una persona che lottava contro il potere che impone una visione della vita e della religione. Era un francese che nel ‘700 guardava verso l’inghilterra e che come dice un romanziere moderno come Frédéric Lenormand, «leggeva a Parigi i giornali dei Paesi Bassi che parlavano di Parigi, per avere notizie più vere sul suo paese». Quello che lui sosteneva era un fare alla luce della tolleranza più che un pensare. Era «per la tolleranza come rivolta permanente contro l’intolleranza», dice Paolo Flores D’Arcais; per «la finitezza dell’uomo senza la quale non avrebbe avuto luogo la speranza».

E’ strano che nessuno si sia ricordato di Voltaire guardando la cartina di Parigi che indicava il boulevard a lui intitolato come luogo di uno degli attentati. Ma forse anche la dimenticanza, o peggio la mancanza di conoscenza, è colpevole di quanto sta capitando. E non è detto che le bombe o le risposte armate siano la risposta più giusta all’ignoranza. Parlare e riflettere sui valori può aiutare ; tra l’altro sempre Voltaire diceva: «poche sono le persone che leggono. Ma tutte possono ascoltare».

Foto”Bd Voltaire-Bataclan” by FLLLOwn work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.