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Pinerolo divisa sul registro delle unioni civili

L’Italia è l’ultimo paese dell’Europa occidentale a non avere ancora una legge sulle unioni civili. Sono state presentate molte proposte – ultima il ddl Cirinnà – ma nessuna ad oggi è ancora diventata legge. Il tema delle coppie di fatto riguarda anche le coppie omosessuali e a proposito la Corte costituzionale con la sentenza 138 del 2010 ha dichiarato che le queste ultime devono «vedere soddisfatta l’aspirazione all’accesso a determinati diritti e doveri».

Per sollecitare l’approvazione di una legge nazionale sulle unioni civili, dagli anni novanta, diverse città italiane si sono dotate di registri anagrafici delle unioni civili. Per una coppia, gay o etero, la registrazione anagrafica della convivenza assume in quella prospettiva solo un significato simbolico, a meno che il singolo Comune non avesse deciso di aggiungere alcuni diritti reali come ad esempio, l’accesso agli alloggi popolari o ad altri servizi comunali. Nel 1993 il primo comune a dotarsi di un registro fu Empoli, seguito nel 1996 da Pisa, e poi Napoli, Cagliari, Milano, Roma, Palermo, Torino e, finora, altri trecentoventi comuni in Italia, tra cui quasi una ventina in Piemonte.

Dopo un anno di lavoro della Commissione Pari opportunità, anche Pinerolo ora è pronta a presentare e votare l’istituzione di un registro delle Unioni civili. La proposta sarebbe dovuta arrivare durante l’ultimo consiglio comunale di martedì 27 ottobre, ma all’ultimo è stata ritirata. Il timore era che non avesse i numeri sufficienti per essere approvata. C’erano tre assenti, giustificati, della maggioranza di centrosinistra, Rosella Buffa e Riccardo Chiabrando del Pd e Dafne Fornaro, Udc. La maggioranza assoluta a Pinerolo, necessaria per approvare i regolamenti, è di 13 consiglieri. «A Pinerolo – spiega l’assessora alla Cultura e alle Pari opportunità Roberta Falzoni del Pd – la Commissione Pari opportunità, composta di sole donne, ha lavorato [alla proposta] un anno, io come assessora l’ho poi portata in Giunta, per condividere il testo. L’amministrazione l’ha fatta propria e l’abbiamo portata nella I° commissione consigliare perché tratta un argomento che concerne i servizi anagrafici. Poi è finalmente approdata in consiglio comunale per essere dibattuta. Invece, l’altro giorno l’abbiamo dovuta ritirare perché non avevamo la certezza di avere la maggioranza assoluta. La battuta d’arresto è però solo temporanea perché la ripresenteremo, con più forza, nel prossimo consiglio comunale, entro la fine dell’anno. Si tratta di allargare i diritti e non di toglierne a qualcuno: i benefici riguarderanno ad esempio l’accesso alle graduatorie per le case popolari, o l’erogazione di servizi sociali o comunali come i trasporti. Sono stata molto contenta di come il sindaco Eugenio Buttiero ci ha pienamente appoggiato».

Audio: Roberta Falzoni spiega come funzionerà il registro

Nella stessa maggioranza, però, l’area cattolica non è convinta e annuncia che non voterà l’istituzione del registro. «In primis – spiega Raju Mensa dei Moderati – siamo contrari perché manca una legislazione a livello nazionale, quindi non è compito del comune legiferare su questa materia. Secondo motivo, se si dovessero riconoscere le unioni civili [le coppie] avrebbero solo diritti e non doveri. Chi non è sposato, ora, non ha né diritti né doveri giuridici e con il registro avrebbero gli stessi diritti delle coppie sposate ma non i relativi doveri».

Audio: Raju Mensa approfondisce la sua posizione

E la Chiesa valdese di Pinerolo che posizione ha a riguardo? Paola Schellenbaum fa parte del concistoro a Pinerolo ed è anche membro della Commissione famiglie del Sinodo valdese che quest’anno ha presentato il documento sulle nuove famiglie. I 180 deputati hanno ricevuto e inviato alle chiese locali il documento affinché lo studino e lo valutino, in cui «la famiglia fondata sul matrimonio rimane rilevante ma non può essere più considerata forma privilegiata o addirittura unica. Si tratta di includere altre forme di unioni. Il testo è il frutto di un confronto di un dialogo con la società, di cui cerca di cogliere i cambiamenti e le novità», aveva dichiarato ad agosto Schellenbaum. L’argomento delle famiglie e delle forme di unioni da parte della chiesa valdese viene affrontato a partire da quattro prospettive: biblica, teologica, giuridica e liturgica e nel capitolo finale del documento si propongono alcune questioni per la discussione, come per esempio, la possibilità di procedere a benedizioni di coppie senza effetti civili. Le chiese locali dovranno far pervenire le loro osservazioni sul testo che verrà posto in discussione e votazione nel Sinodo 2016.

«Come chiesa di Pinerolo però sul registro delle unioni civili non abbiamo una posizione ufficiale anche perchè discuteremo quest’anno sul documento inviatoci dal sinodo sulle nuove famiglie e perché vorremmo capire nel dettaglio cosa prevederà il registro», conclude Schellenbaum.

L’assessora Falzoni è fiduciosa che i tre assenti della maggioranza voteranno l’istituzione del registro delle unioni civili e per far votare la sua proposta può avvalersi anche di alcuni voti dell’opposizione come quelli del consigliere 5 stelle e dei consiglieri di Sel Covato e Canal che hanno annunciato di sostenerlo. Sicuramente contrari i tre consiglieri di Progetto Pinerolo, di centrodestra, e da valutare rimane la posizione ancora incerta della consigliera Piera Bessone di Pinerolo Attiva.

L’appuntamento è dunque per il prossimo consiglio comunale che ancora non si sa quando verrà convocato, di sicuro entro l’anno, in cui la maggioranza di centrosinistra sarà chiamata alla prova dei fatti e della compattezza difronte a un tema così importante per l’allargamento dei diritti, che dovrebbe essere l’orizzonte della sua azione politica.

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Foto “IMG 7083 – Pinerolo – Piazza Vittorio Veneto – Foto Giovanni Dall’Orto 17-Mar-2007” di G.dallortoOpera propria. Con licenza Attribution tramite Wikimedia Commons.