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A spasso con Martino, in modo comunitario

Tre chiese valdesi della val Chisone (Pramollo, San Germano e Villar Perosa) da un anno sono seguite in modo congiunto da una coppia pastorale, Davide Ollearo e Daniela Santoro.

Un tipo di cooperazione nuova nelle valli valdesi ma non certo nella diaspora, una prospettiva di lavoro che probabilmente sarà seguita nel futuro da altre chiese vicine e confinanti.

Per festeggiare questo primo anno di collaborazione le tre chiese celebreranno insieme la Giornata della Riforma, domenica 1 novembre, con un culto unico a San Germano alle 10 a cui seguirà un’agape fraterna e pomeriggio di animazioni dedicate alla Riforma protestante.

«A spasso con Martino» è il titolo dato al pomeriggio di animazioni dedicato alla figura di Lutero: approfondimenti pensati per bambini e adulti ripercorreranno il cammino del riformatore, le tappe che l’hanno portato alle sue riflessioni e azioni. L’obiettivo è cercare di capire cos’è veramente importante portare nel nostro bagaglio “protestante”.

Al pastore Davide Ollearo abbiamo posto alcune domande per capire come si sta impostando il lavoro comunitario nelle tre chiese e come sia stata concepita questa giornata insieme per la Riforma.

«Gli inizi del lavoro congiunto fanno sperare abbastanza bene – ha spiegato nell’intervista a Radio Beckwith – c’è la volontà di mettersi in gioco, di vedere un nuovo modo di vivere la propria vita di chiesa, e si è compresa la necessità di unire le forze facendo fruttare insieme i doni delle diverse comunità. Sperimentare questa unione di chiese alle valli è certamente una novità e ha un significato particolare anche perché le distanze tra le varie chiese sono risibili e facilmente percorribili. Certamente c’è un po’ di timore perché è una cosa nuova, una nuova sperimentazione di essere chiesa insieme, in comunione più stretta».

Quali sono state le preoccupazioni principali?

«Inizialmente il timore di non avere il pastore sottomano. Non possiamo risiedere ovviamente in tre luoghi diversi, ma siamo sempre reperibili. Le persone non devono sentirsi “orfane” di una guida: la cura pastorale deve continuare e anzi deve essere rafforzata, per far capire che le chiese non sono abbandonate, ma condividono con tutte le altre realtà valdesi e metodiste in Italia questa cura congiunta. In un periodo in cui il numero di pastori non è sufficiente, provare a mettere insieme le forze per liberarne delle altre è un segno tangibile del nostro essere chiesa protestante, presbiteriana, in cui ci si occupa gli uni degli altri».

Probabilmente poi si scoprono dei nuovi punti di forza…

«Assolutamente si! Questa è stata la sorpresa più bella in questo primo anno di lavoro in collaborazione. Nuove persone sentono il desiderio di mettere a disposizione ciò che sanno fare. Prima non lo facevano forse per abitudine o perché il pastore “era lì e ci pensava lui”. Ora invece molti si rendono conto che possono collaborare in modo attivo e costruttivo alla vita della chiesa, non soltanto ricevendo ma anche ponendo sul piatto della comunità i loro doni».

Come è stata accolta questa nuova visione comunitaria dalle diverse fasce di età?

«I giovani in modo abbastanza automatico: son certamente più abituati a muoversi e a collaborare e da anni ormai un anno di catechismo è fatto a livello circuitale. C’è stata una bella risposta dalle persone anziane, che hanno vissuto forse tempi più difficili e sanno che alle difficoltà bisogna reagire, non solo adagiarsi e lamentarsi. Hanno capito che saranno comunque sempre accolte e accompagnate».

Che ruolo gioca l’attaccamento alla propria chiesa di appartenenza?

«Un forte senso di appartenenza può avere un risvolto positivo, una sorta di forte affetto e amore per la propria chiesa. Se però diventa gelosia e chiusura nei confronti della altre comunità allora qualcosa non funziona più. La partecipazione alla vita e alle attività della propria chiesa è sana ed è anzi auspicabile che rimanga intatta: non a caso tra le varie attività che manteniamo separate c’è proprio il culto. Crediamo sia giusto che ogni chiesa mantenga il momento in cui la comunità locale si incontra e si riunisce. In più abbiamo pensato a dei momenti comunitari, come quello di domenica prossima a San Germano, dei culti unificati e pensati insieme. I prossimi appuntamenti saranno a Pentecoste 2016 a Villar Perosa e infine nell’estate prossima a Pramollo».

Foto P. Romeo/Riforma