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La via di Rabin

Sono passati vent’anni dall’assassinio di Yitzhak Rabin, primo ministro israeliano dal ’92 al 4 novembre ’95, quando fu ucciso da un ebreo ortodosso, Yigal Amir, contrario agli accordi di Oslo del ’93. Figura di spicco nella storia dello Stato di Israele, Rabin si è speso tutta la vita senza riserve per la pace fra israeliani e palestinesi. Il ventennale della sua scomparsa è stato l’occasione per una manifestazione a favore della ripresa degli accordi con i palestinesi, lo scorso sabato a Tel Aviv: migliaia di israeliani sono scesi in strada per sostenere la soluzione dei “due Stati”, in uno dei momenti più difficili nella relazione fra i due popoli, quando una recente onda di violenza fa addirittura temere l’inizio di una nuova Intifada.

L’appello al ritiro delle truppe israeliane in parte dei territori palestinesi e la storica stretta di mano fra Rabin e Arafat sotto gli occhi del presidente americano Clinton avevano profondamente diviso gli israeliani. Oggi, l’assenza di un orizzonte politico certo e la concomitanza dell’anniversario della morte di Rabin con le ultime violenze – soltanto nel mese di ottobre sono stati 53 i morti palestinesi e 8 gli israeliani – hanno favorito in Israele una riflessione sugli accordi di Oslo, che crearono l’autorità palestinese e che valsero, l’anno successivo, il premio nobel per la pace allo stesso Rabin, al presidente israeliano Shimon Peres e al leader palestinese Yasser Arafat. «Il cammino che si è interrotto nel ’95 con l’assassinio di Rabin resta più che mai quello da seguire oggi», ha sottolineato Anat Ben Nun, portavoce dell’organizzazione “La Pace adesso”. «Le violenze di cui siamo testimoni in questi giorni sono legate alle decisioni politiche prese dopo il ‘95». Tra i manifestanti si è percepita una critica netta al governo di Netanyahu, visto come il principale responsabile del clima del sospetto e della paura nei confronti dei palestinesi. L’attuale primo ministro è infatti accusato dalla sinistra di aver incoraggiato indirettamente l’odio fra i due popoli, mostrando immagini di Rabin con l’uniforme nazista durante un discorso pubblico. Il timore di nuovi attacchi di estremisti di destra è stato purtroppo confermato in questi ultimi mesi da una serie di attentati, culminato la scorsa estate con la morte di un neonato e dei suoi genitori in un incendio doloso in Cisgiordania.

Foto “Bill Clinton, Yitzhak Rabin, Yasser Arafat at the White House 1993-09-13” di Vince Musi / The White House – gpo.gov – Archived here. Site with better credit info here.. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.