Chi conosce i «Principi di Toledo?»

Il 16 ottobre, nella sala valdese di Roma – Piazza Cavour, per iniziativa dell’Associazione «31 Ottobre», si è svolta la presentazione dei Principi di Toledo, linee guida sull’insegnamento pluralista e laico delle religioni nella scuola, insieme ai curatori dell’edizione italiana, Alessandro Saggioro e Angela Bernardo dell’università La Sapienza di Roma. Il testo, curato dall’Osce-Odihr, è stato pubblicato nel 2007 in spagnolo e inglese.

Come Associazione 31 ottobre vi era il massimo interesse a rendere pubblici i Principi di Toledo, per il proprio impegno a favore delle Attività alternative all’Insegnamento della religione cattolica (Irc), in un clima culturale italiano di crescente omologazione e a fronte di una sempre maggiore pluralità culturale e religiosa. La presentazione del libro è stata anche l’occasione per un confronto tra realtà diverse, proprio per sottolineare come l’insegnamento religioso nella scuola pubblica sia affidato solo alla confessione cattolica, con una forte dose di rimozione delle culture diverse.

L’incontro è stato presieduto da chi scrive, dell’Associazione 31 ottobre, in sostituzione del prof. Enrico Benedetto della Facoltà valdese di Teologia, che ha dovuto rinunciare per motivi di salute intervenuti all’improvviso. Dopo i saluti e un video con l’illustrazione dei Principi di Toledo, Pasquale Annicchino, giurista e ricercatore, ha spiegato come sia «saltata» la logica di regole sovranazionali migliori di quelle nazionali, perché sempre più, anche in Europa, i governi si fanno interpreti delle scelte delle confessioni religiose maggioritarie, come dimostra la sentenza sul crocifisso esposto nei locali istituzionali in Italia, che ha visto i rappresentanti del governo italiano vincere, nonostante non sapessero giustificare davanti alla Corte europea su che base giuridica pretenderlo: l’Unione europea, comunque, mantiene per ora una visione libertaria, pluralista e laica sulla questione religiosa nella scuola e i Principi di Toledo ne sono una conseguenza.

Sono seguiti due gruppi di tre interventi. Nel primo, «Dai principi alle (buone) politiche», vi sono stati gli interventi di Annagrazia Stammati (Cobas-scuola), Barbara Battista (Usb-scuola) e Rosalba Sgroia (Uaar, Unione atei agnostici e razionalisti), tutti stupiti e interessati ai (finora) sconosciuti Principi di Toledo e su come loro li vogliano utilizzare e proporre. Il secondo gruppo di interventi, «Dalle teorie alle (buone) prassi», ha visto la partecipazione di associazioni laiche che si occupano di integrazione, specialmente di immigrati: Valentina Fabbri (Programma Integra), Bernadette Fraioli (ConViViO) e Beatrice Nuti (Uva-universolaltro).

Nonostante l’incontro sia durato oltre tre ore e mezza, i partecipanti hanno seguito con attenzione e interesse. Purtroppo anche questo incontro ha registrato, nonostante i forti apprezzamenti esterni, una bassissima partecipazione degli evangelici: sono pochi quelli vicini al mondo della scuola? Oppure gli evangelici preferiscono discorsi culturali-storici avulsi dalla realtà concreta e politica? Oppure, pensano che l’azione culturale sia un’azione partitico-politica? Eppure l’insegnamento religioso a scuola è tema da sempre caro agli evangelici, visto la lunga querelle sull’ora di religione.

Come Associazione non possiamo non constatare lo scarso interesse che le chiese locali mostrano nei nostri confronti; anzi è capitato di sentire critiche sulle nostre iniziative da evangelici «rappresentativi», ma non iscritti all’Associazione. Quanto può durare ancora l’unica associazione evangelica che si occupa di azione culturale concreta nella società italiana, a fronte di tanta indifferenza del mondo evangelico, specialmente istituzionale?