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Don Mario Polastro, fra ecumenismo e solidarietà concreta con le persone

Nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 settembre è mancato a Pinerolo, all’età di 76 anni, don Mario Polastro, parroco della parrocchia Cuore immacolato di Maria (S. Lazzaro), animatore ecumenico e in particolare dei gruppi di coppie interconfessionali. Prima di iniziare nel 1969 il lungo ministerio a San Lazzaro, aveva servito anche la parrocchia di S. Martino a Torre Pellice. I funerali questo pomeriggio nella sua parrocchia.


D’estate affittava un rustico in montagna per offrire un soggiorno ai ragazzi delle famiglie più povere del quartiere San Lazzaro di Pinerolo, che era la sua parrocchia. Quei ragazzi non si sarebbero sentiti a loro agio, o avrebbero combinato disastri, nei campi delle organizzazioni più note. Da lui accettavano sia l’insegnamento, sia la disciplina, perché era tutti i giorni vicino alle loro famiglie.

Questo era don Mario Polastro. Questo innanzitutto, anche se noi lo conoscevamo per la sua partecipazione attiva ai campi ecumenici di Agape, per la sua presenza negli incontri del Pinerolese e poi, in ambito nazionale, in quelli promossi dal Segretariato per le Attività Ecumeniche, dove emergeva la sua passione ecumenica e il suo talento organizzativo.

Condivideva in pieno la vita dei suoi parrocchiani e parrocchiane e le loro giuste rivendicazioni in difesa del posto di lavoro, minacciato già negli anni Settanta.

Il suo interesse ecumenico nacque fin dagli anni dello studio. Si era laureato con una tesi sull’ecclesiologia dei valdesi medievali e seguiva quanto accadeva nella Chiesa valdese con un’attenzione più da persona coinvolta che da esterno. Naturale che gli stessero a cuore situazioni in cui il confronto (talvolta scontro) tra le confessioni era vissuto nel vivo dell’esistenza quotidiana, come nel caso dei matrimoni misti. Fu proprio negli incontri promossi da lui e da nostri pastori come Alberto Taccia, che si cominciò a mettere in rilievo la comune base cristiana e a usare non più il termine «misti», ma il termine «interconfessionali». Gli incontri di coppie interconfessionali, avviati all’inizio degli anni Settanta e proseguiti in vario modo fino a oggi, assunsero preiodicamente anche un carattere internazionale, e così la discussione di temi quali la preparazione e celebrazione del matrimonio, l’educazione dei figli, l’intercomunione, si avvalse dell’esperienza delle coppie francesi e svizzere.

In Mario Polastro lo slancio ecumenico fu tuttavia solo un aspetto di un’esistenza teologica in cui l’identità cattolica era profondamente rivissuta alla luce del Concilio Vaticano II. Fu molto critico verso i compromessi del cattolicesimo con lo spirito borghese e visse con coerenza la povertà evangelica. Ma cercò sempre di mettere in rilievo e rendere percepibile nel dialogo ciò che nella sua Chiesa gli appariva come valido e duraturo. Anche gli aspetti da noi non condivisi. Ma il dialogo è anche questo.

Foto Pietro Romeo