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È finito l’ecumenismo a stadi

E’ nella bella e suggestiva cittadina di Assisi, luogo che evoca fraternità e pace, che si è svolta quest’anno, dal 26 luglio al 1 agosto, l’annuale Sessione di formazione ecumenica del Sae – Segretariato Attività Ecumeniche. Una sessione dedicata ad un tema quanto mai attuale: In cammino verso un nuovo ecumenismo.

Gli incontri, che come di consueto sono stati aperti da una riflessione sul rapporto fra cristianesimo ed ebraismo, ispirata quest’anno da una frase di Barth ‘Esiste, in ultima analisi, un unico grande problema ecumenico: quello della nostra relazione con il mondo ebraico’ , sono proseguiti approfondendo successivamente i rapporti fra le diverse chiese cristiane. Ogni giornata è stata introdotta da una meditazione su un testo biblico, e si è conclusa con la celebrazione di un culto officiato di volta in volta secondo le liturgie cattolica ed evangelica, e con quella dei vespri ortodossi presso la Basilica Maggiore di Assisi. La celebrazione è seguita ad un’interessante visita agli affreschi di Giotto e di Cimabue, ed alla Basilica Inferiore.

Durane le relazioni e gli interventi dei partecipanti sono state considerate, da molteplici angolature, le significative e nuove prospettive ecumeniche maturate in questi ultimi anni soprattutto grazie all’impulso ed allo spirito di rinnovamento favorito da papa Francesco, che ha modificato anche in campo ecumenico strategie e metodi .

Gli snodi più significativi di questi sviluppi riguardano il superamento, anche da parte della chiesa cattolica, di un ‘ecumenismo a stadi’, rivolto da quest’ultima in primo luogo alle chiese ortodossa ed anglicana, con strutture più simili alla propria, per un coinvolgimento nel dialogo ecumenico di tutte le chiese cristiane. E’ stato sottolineato come ciò emerge chiaramente dai ripetuti incontri con tutte le confessioni, dal documento congiunto cattolici luterani ‘Dal conflitto alla Comunione’, da alcuni significativi documenti vaticani come l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, dai testi dei discorsi tenuti da Bergoglio durante l’incontro di Gerusalemme con il patriarca Bartolomeo, durante le visite ai Pentecostali della Riconciliazione di Caserta e durante quella ai Valdese a Torino. In questi documenti viene chiaramente indicata, come meta dell’ecumenismo spirituale, il modello ecumenico dell’ ‘unità nella diversità’; una diversità riconciliata, che potrà essere resa visibile dal comune riconoscimento del battesimo e dalla condivisione eucaristica; una ‘diversità’ che riconosce nella ‘differenza’ fra le chiese non un ostacolo, ma un arricchimento del patrimonio cristiano comune. Questo modello, condiviso da una grande parte del mondo evangelico – come è stato sottolineato nel discorso del moderatore della Tavola Valdese accogliendo Bergoglio a Torino – rappresenta quindi oggi una nuova, concreta premessa per nuovi e positivi sviluppi.   

Foto via Saenotizie