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La Conferenza metodista britannica si è conclusa a Southport

Sono stato onorato di servire il Signore, e la sua chiesa, come segretario generale della Chiesa metodista britannica” ha dichiarato il pastore Martin Atkins a Southport (Regno Unito) durante la Conferenza della chiesa metodista britannica (Gbmc) i cui lavori sono terminati ieri. «E’ stata una gioia, un privilegio, una sfida – ha proseguito Atkins che dopo sei anni ha concluso il suo mandato – ed è stato necessario essere umili nel condividere le decisioni che in questi anni hanno indirizzato e rafforzato la chiesa, in particolare nell’approfondire il discepolato di Cristo e nell’estendere la nostra partecipazione alla missione di Dio nel mondo. Ora mi aspetta un nuovo ministero a Londra». Come ogni anno si è tenuto l’avvicendamento del presidente e del vicepresidente della Conferenza. Nel corso della giornata d’apertura il pastore Kenneth Howcroft, già pastore in Italia della Chiesa metodista di Ponte Sant’Angelo a Roma, ha lasciato la presidenza al pastore Steven James Wild. «Prendere Dio seriamente – ha detto il nuovo presidente alla Conferenza – porre l’evangelismo di nuovo tra le priorità: per il prossimo anno l’obiettivo è che ogni chiesa porti una nuova persona alla fede e a essere membro della chiesa». «Non possiamo stare in silenzio. Dio ci chiama a prendere la parola – ha dichiarato la neoeletta vicepresidente Barbara Jill Barber – Come metodismo non abbiamo una voce unica, e questo è parte del problema. La forza del metodismo è quella di essere un movimento democratico di persone, con visioni anche differenti sul modo di vivere il discepolato. Siamo chiamati a mettere insieme queste voci ricominciando dalle ‘quattro p’: profezia, preghiera, passione e protesta».

La Chiesa metodista britannica è una delle più grandi della Gran Bretagna, con 209 mila membri, 4812 chiese, e tiene relazioni con le chiese metodiste nel mondo, che contano più di 80 milioni di membri.

Foto “St Mark’s Methodist Church, Southport” by David Dixon. Licensed under CC BY-SA 2.0 via Wikimedia Commons.