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Expo, un evento ambivalente

 «Nutrire il pianeta. Energia per la vita»: il motto dell’Expo 2015 di Milano è molto bello. Geniale. Troppo bello per essere vero. L’evento, nella sua ambivalenza, lo possiamo infatti leggere in due modi diversi. Quello di un evento mondiale che nutre non tanto il pianeta, quanto le multinazionali, le quali la fanno da padrone anche se si travestono da «social». Oppure, dall’altra, un’Expo per nutrire il futuro e la coscienza di chi non accetta lo scandalo che quasi un miliardo di persone al mondo (in questo nostro mondo moderno e tecnologico!) crepi di fame e di sete. Lo scandalo terribile sta nel fatto che il cibo per sfamare tutti c’è (e anche più del necessario), ma la sua distorta distribuzione non consente di abbattere la fame nel mondo. Anzi sembrerebbe che si voglia mantenere proprio tale disparità, approfondendo ulteriormente il divario tra zone ricche e povere del mondo. Così l’abisso tra dolore e felicità si fa sempre più ampio.

Avvertiamo di fronte all’Expo una sostanziale ambiguità. Inevitabile, del resto, perché siamo tutti immersi fino al collo dentro questa economia che mette in primo piano il profitto economico. La dignità delle persone, la loro vita, a qualsiasi latitudine, rimane subordinata agli imperativi finanziari. Ma proprio partendo dalla soglia di questa nostra realtà profondamente ingiusta e contradditoria, noi possiamo, dobbiamo scegliere. Decidere se rifiutare di entrare nel «villaggio delle meraviglie» oppure entrarci e cercare di capire se ci sono spazi, possibilità di mutamento. Cambiare per contrastare la voracità dei meccanismi finanziari.

Io sono per entrarci, nell’Expo. Non voglio subire l’evento mondiale chiudendomi aristocraticamente nella mia torre d’avorio, ma cercare almeno di interpretarlo e progettare un futuro diverso. Per la prima volta in un’esposizione universale (che ha dietro sé una storia iniziata nel 1851 a Londra con la fiera mondiale dell’industria) sarà presente la società civile attraverso la Fondazione Triulza (www.fondazionetriulza.org.). Sono previste, dentro Expo, a livello del Terzo settore nazionale e internazionale, centinaia di iniziative che tenteranno di dar voce a chi non ha voce, per proporre una diversa governance in campo alimentare ed energetico. Il 28 Aprile, all’Università Statale, viene presentata la «Carta di Milano» (frutto di vaste consultazioni e fortemente voluta dall’attuale ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina): un manifesto con cui si intende proporre un elenco di buone pratiche, atte a contrastare la fame e la sete nel mondo. Vedremo. Questo testo delle buone intenzioni dovrebbe essere sottoscritto in ottobre dal segretario dell’Onu Ban Ki-moon e dal presidente degli Usa Barack Obama.

Ben vengano le buone pratiche, perché di pratiche cattive l’Expo milanese ne ha conosciute fin troppe. Dai costi enormemente lievitati, ai ritardi, alle polemiche, il tutto condito con la corruzione. Il magistrato che è stato messo a controllare la situazione ha certamente il suo bel da fare per fermare i meccanismi corrotti (era ora!) e imporre una piena trasparenza sugli appalti e sui conti. Speriamo che quest’esperienza di risanamento tardivo faccia scuola anche per il resto d’Italia. Ma il danno delle cattive pratiche, messe in atto nella costruzione dell’Expo 2015, rimane irreparabile. Abbiamo ormai veicolato l’idea che il nostro è un Paese dove le mafie non solo non sono sconfitte, ma la corruzione continua ad avvelenare i gangli vitali della nazione.

Le chiese non hanno le fette di salame sugli occhi. Vedono, interpretano, se del caso denunciano. Soprattutto propongono – questo l’orizzonte del programma ecumenico cittadino (www.consigliochiesemilano.org ) – uno stile di vita sobrio, fatto di verità e solidarietà, nella ricerca di un’effettiva giustizia. Ma anche di riflessione sulla tragedia di un’umanità ormai alle corde in tante parti deboli del pianeta. Ogni giorno le chiese membro del Consiglio ecumenico apriranno nel tardo pomeriggio le loro porte, a turno, offrendo momenti di spiritualità e accoglienza. Tra le molte iniziative progettate in casa protestante, va segnalata almeno quella del simposio internazionale del programma «Gallo verde» (18-20 settembre): nome e simbolo del management ambientale delle chiese (www.churches4planet.wordpress.com). Poi, che cosa esattamente succederà con i previsti venti milioni di visitatori, quando usciranno dal «villaggio delle meraviglie» per scoprire Milano, nessuno lo sa. Importante per noi sarà essere presenti, se non altro per accogliere i visitatori e offrirgli almeno un bicchier d’acqua e un po’ di quiete nella giungla urbana.

Foto “Milano skyline 02” by Conte di CavourOwn work. Licensed under CC BY-SA 4.0 via Wikimedia Commons.