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Chez Théo, una pausa caffè teologica

«Qual è il senso della croce?». La domanda può sembrare ardua per essere trattata attorno a un caffè durante una pausa pranzo a mezzogiorno. Eppure è questa la sfida che ha raccolto Andreas Dettwiler, professore di Nuovo Testamento alla Facoltà autonoma di teologia di Ginevra il 2 aprile scorso. Di fatto, l’appuntamento mensile con un teologo proposto dall’Espace Fusterie da un anno ormai ha trovato il suo pubblico. Tra 20 e 25 persone provenienti da ambienti molto diversificati partecipano regolarmente, fra cui alcuni affezionati.

«La morte di Gesù senza l’evento pasquale non dice granchè, a parte l’atrocità e il potenziale di aggressione degli esseri umani», ha dichiarato subito Andreas Dettwiler nella sua introduzione. Anche se vari tentativi di risposte sono state date lungo i secoli. «La croce significa prima di tutto che Gesù ha assunto totalmente la sua condizione umana».

L’obiettivo di questi caffè è di portare il pubblico a entrare in dibattito con dei teologi. Scommessa riuscita per Andreas Dettwiler che è stato sommerso da domande, in particolare quando distanzia il testo biblico dalla verità storica. «Ma allora, quale statuto dare alla Bibbia, se i testi non sono affidabili sul piano storico?», chiede una donna. «Si tratta di non confondere verità storica e verità teologica, o spirituale, come si dice oggi», risponde il professore. «Il Nuovo Testamento straripa di passi in tensione, in contraddizione, a volte in concordanza. È una testimonianza plurale che ci invita a capire che il centro della fede non sono i testi bensì Gesù di Nazaret».

«Ogni volta che è possibile, cerchiamo di aderire all’attualità dell’anno liturgico», spiega Blaise Menu, pastore nell’équipe che anima l’Espace Fusterie. L’idea di questi incontri gli è venuta in connessione con Christophe Chalamet, giovane professore di Sistematica della Facoltà autonoma di teologia dell’Università di Ginevra. Al ritmo di una volta al mese, questi scambi si sono susseguiti senza mai assomigliarsi, e hanno ottenuto un successo che fa pensare che «Chez Théo» abbia un bell’avvenire davanti a sé.

Il mese scorso è stato affrontato il tema della Trinità con Bernard Rordorf, professore onorario di sistematica alla Facoltà autonoma di teologia di Ginevra. Egli ha pazientemente spiegato, in termini semplici e chiari, le poste in gioco concrete e le implicazioni spirituali della Trinità, rispondendo alle domande del pubblico con tutta l’esperienza della sua pratica professorale e pastorale. Una domanda un po’ ardua all’inizio della digestione? «Sono i partecipanti dello scorso anno che avevano chiesto di affrontare questo tema!», replica Blaise Menu. «D’altronde, qualunque siano i temi teologici sul tappeto, abbandoniamo presto il mondo della speculazione per vedere quali ne siano le implicazioni etiche immediate».

I caffè teologici presentano una grande diversità nei temi affrontati. Per esempio, nell’ottobre 2014, Juliette Buffat, psichiatra e sessuologa, predicatrice impegnata nella Chiesa Protestante di Ginevra, è venuta per proporre un dibattito sul tema: «Bibbia, sessualità, spiritualità. Cocktail esplosivo o suggestivo?». E l’11 giugno prossimo infine, Didier Roguet sarà l’invitato dell’ultimo «Chez Théo» della stagione dato che l’appuntamento di maggio coincide con la pausa dell’Ascensione. Conservatore del conservatorio e del giardino botanico della città di Ginevra, questo etnobotanico verrà a introdurre il dibattito sul tema «piante e spiritualità».

(Traduzione dal francese di Jean-Jacques Peyronel)

Foto: Caffè: di SoPics , Licenza: CC0 Public Domain