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Parco Monviso: finalmente si discute

Sono ormai più di mille le firme raccolte a Casteldelfino in val Varaita (Cn) da parte dell’amministrazione comunale contro il nascente Parco del Monviso. Vi abbiamo già raccontato delle prese di posizione delle varie amministrazioni in val Po e soprattutto di quelle di Bobbio e Villar Pellice: un secco e deciso «No» senza possibilità di dialogo.

In questi giorni però i toni sono cambiati, soprattutto per quella valle che è più direttamente legata al Monviso e la cui sagoma caratterizza tutto il suo territorio: la val Po. Crissolo si era espresso per primo in maniera contraria ma nell’ultima giunta comunale della settimana scorsa è emerso un quadro diverso.

Nel mentre il Cai Uget Valpellice che a inizio marzo aveva organizzato un «question time» con l’assessore regionale Alberto Valmaggia (come proponente del nuovo riassetto dei sistema parchi in Piemonte), e con gli amministratori locali e le associazioni per chiarire alcuni aspetti della vicenda, ha preso una posizione votando nell’ultima assemblea ordinaria un documento. Documento che è stato approvato a larga maggioranza con 7 astenuti nonostante ci siano state alcune rimostranze da parte di due soci. Il Cai evidenzia come «Il nuovo Parco del Monviso verrà costituito, senza l’inserimento in esso di parte del Comune di Bobbio Pellice. Nonostante la precedente opposizione di alcune Amministrazioni locali, le Unioni dei Comuni di Val Varaita e Val Po, dopo un confronto serrato con la Regione e la ridefinizione dei confini dell’area protetta, hanno deciso di aderire alla proposta di costituzione del nuovo parco, valutando che non era possibile perdere una così grande occasione di sviluppo, promozione e tutela del loro territorio».

Il Cai ha quindi preso posizione seguendo la linea indicata dalla direzione Regionale dell’associazione di alpinisti. «Di fronte a questa situazione, pur capendo le motivazioni di opposizione delle amministrazioni e delle categorie interessate, in linea con le posizioni prese in materia dai suoi organismi regionali, auspica che la Regione Piemonte e le Amministrazioni comunali di tutta la Val Pellice riaprano in tempi brevi il confronto (aperto ai rappresentanti di categoria e delle associazioni di tutela ambientale) sulla possibile integrazione di parte del territorio della Valle nel costituendo Parco del Monviso, in modo da poter cogliere, insieme alle Valli vicine, tutte le opportunità che la nuova area protetta potrà, nel prossimo futuro, riservare al territorio»

Si fa riferimento alle valli vicine perché come dicevamo Crissolo nell’ultima giunta comunale ha infatti emanato una delibera complessa che ribadisce «il concetto per cui la natura non può prevalere sulle esigenze dell’uomo pur nella consapevolezza che “l’uomo sapiens” deve saper convivere e rispettare la biodiversità. Il montanaro pertanto deve, nel suo quotidiano operare nelle “terre alte”, non essere subordinato a stringenti vincoli ma bensì a norme che consentano un corretto equilibrio tra sviluppo e conservazione». Sono frasi importanti che vengono accompagnate da un preciso documento di osservazioni firmato da Aldo Perotti, il sindaco. In breve viene riconosciuta l’importanza vitale di un’area protetta ma allo stesso tempo vengono ridiscussi alcuni confini, cambiamento dettato anche dal fatto che nella zona interessata dal Parco ci sono alcuni impianti di risalita, risorsa economica per il piccolo comune montano. Alla Regione il compito ora di recepire le richieste provenienti dal territorio e di avviare un tavolo di discussione in tempi assai brevi, per trovare una soluzione condivisa. In val Pellice intanto si è discusso anche di gestione dei Sic (Siti di Interesse Comunitario).

Certo è che c’è spazio per il dialogo.