Il seminario L.In.Fa del 2012

L.In.F.A.

La linfa è la sostanza vitale che anima ogni organismo vegetale. Rose e pini, viole e querce vivono grazie alla linfa. Linfa però è anche un acronimo che sta per Laboratorio Interculturale di Formazione e Accoglienza. LINFA è quindi anche un corso che per due anni ha coinvolto circa una settantina di persone, italiani e immigrati, attivi in quelle chiese evangeliche italiane che negli anni sono diventate sempre più multietniche e multiculturali.

Qual è il senso di questo corso? È presto detto: l’immigrazione non sta trasformando soltanto la società italiana ma anche le chiese evangeliche che, sempre più spesso, accolgono fratelli e sorelle provenienti da altri paesi. Lo hanno fatto sulla base di un ragionamento teologico e sociologico. L’Evangelo, infatti, ci invita a superare le barriere dell’etnia, della lingua, delle culture. È un invito a relativizzare queste categorie che dividevano anche la cristianità antica per affermare il principio dell’unità in Cristo: per i battezzati, predicava l’apostolo Paolo «non c’è né giudeo né greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è né maschio né femmina, perché voi tutti siete uno in Cristo» (Galati 3, 28). La fede in Cristo, in altre parole, travalica confini e barriere e invita all’incontro – cerchiamo di attualizzare – italiani e nigeriani, ghanesi e filippini, brasiliani e coreani.

A queste considerazioni di ordine teologico se ne aggiungono altre di tipo sociologico. Le chiese sono luoghi d’incontro e di fraternità, luoghi in cui crescono e si educano i propri figli e ci si forma per rendere una testimonianza pubblica della propria fede. Una chiesa multietnica e multiculturale, pertanto, «è un luogo prezioso in cui non ci si limita a predicare il valore dell’integrazione ma lo si vive quotidianamente, nella preghiera, nel servizio agli altri, nel sostegno reciproco». Le chiese evangeliche esprimono questo concetto con la formula Essere chiesa insieme, chiesa multietnica in cui si incontrano linguaggi e gesti diversi, tradizioni e costumi differenti ma uniti dalla parola e dalla persona di Cristo.

La società in cui viviamo non facilita l’integrazione. Anzi, sono popolari delle proposte culturali e anche politiche che celebrano e assolutizzano le identità particolari, le piccole patrie e i nazionalismi, o addirittura i regionalismi. Separati sarebbe più bello che uniti, uniformati è più facile che multiculturali: e allora ognuno stia a chiesa propria, in una chiesa nazionale, monolingue e monoetnica.

Alcune chiese evangeliche tentano una strada diversa che invece celebra la varietà come una ricchezza e un dono del Signore. Ma coltivare questo fiore prezioso richiede cura e fatica: questo fiore ha bisogno di persone preparate, capaci di affrontare anche le criticità e i problemi dell’incontro tra culture che non è né scontato né agevole. Occorrono strumenti, competenze, visioni. Occorre la «linfa» di una formazione dedicata, di un progetto e di una visione.

Foto: il seminario L.In.Fa del 2012