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La nuova legge regionale sugli agriturismi

È stata approvata all’unanimità la legge regionale n. 38/95, “Disciplina dell’agriturismo” per aggiornare e rinormare l’offerta regionale del settore agrituristico con un’attenzione particolare ai prodotti agricoli locali.

La nuova legge ora impone che almeno il 25% della totalità della produzione del cibo dovrà essere realizzata dagli agriturismi stessi e dai loro proprietari e che almeno l’80% della merce acquistata dovrà arrivare da altre aziende piemontesi. Insomma si continua a tutelare i prodotti piemontesi, locali e di produzione propria.

Ma le novità non si fermano qua. «Nell’arco di sessanta giorni la legge sarà operativa – ci spiega Elvio Rostagno, del Pd e relatore di maggioranza della legge – In passato molto spesso gli agriturismi nati con la legislazione nazionale del 1985 e poi di quella aggiornata del 2006, invece di essere un sostegno all’attività agricola diventavano una falsa concorrenza dell’attività turistico ricettiva [l’aliquota IVA per pernottamenti (alloggio e campeggio) e ristorazione, è del 10%; per tutti gli altri servizi è del 22% ndr]. Per cui venivano penalizzati coloro che avevano un’attività di ristorazione costretti a patire una poco sana concorrenza sulla scorta di normative non ben chiare. Prima c’era il limite di avere massimo 40 coperti, quota molti agriturismi non rispettavano, nonostante avessero agevolazioni fiscali. Ora questo limite cade ma subentrano quelli dei prodotti. Per riassumere, prima era più facile aprire dei falsi agriturismi che erano dei veri e propri ristoranti, ora non sarà più così».

Inoltre, viene introdotta l’“ospitalità rurale famigliare”, una nuova forma di accoglienza agrituristica che prevede solo l’uso del fabbricato abitativo dell’imprenditore, e non di altre strutture collegate, con la possibilità di ricevere e somministrare pasti a un massimo di dieci persone al giorno.

È una legge che era già stata pensata dalla giunta Cota e che la nuova amministrazione ha ripreso ed è riuscita a far votare all’unanimità dal consiglio. Il Relatore di maggioranza Elvio Rostagno (Pd) è stato coadiuvato dai relatori di minoranza Paolo Mighetti del Movimento Cinque Stelle e da Gianluca Vignale di Forza Italia. Una legge bipartisan, in sostanza, che ha messo d’accordo tutti, operatori del settore compresi, che plaudono alla nuova regolamentazione. Il provvedimento era stato ampiamente condiviso in Commissione ed è stato discusso in accordo tra tutte le parti e diversi emendamenti del Movimento 5 stelle sono stati approvati anche nella seduta di votazione.

Ora potranno diventare agriturismi solo aziende esistenti da almeno tre anni, e per chi non rispetterà le nuove norme saranno previste delle sanzioni in modo da colpire chi da troppo tempo si fregia del titolo di agriturismo per godere delle agevolazioni fiscali ma non produce niente di proprio.

Secondo le più recenti statistiche Istat (2012), in Italia le aziende agrituristiche sono 20.413, di cui 16.504 offrono alloggio con 206.145 posti letto totali, 9.914 ristorazione, 11.421 attività ricreative, culturali e didattiche. La regione con l’offerta più rilevante è la Toscana (4.125 aziende) seguita dal Trentino-Alto Adige (3.366) e dalla Lombardia (1.361). Il Piemonte è quarto in classifica e ne conta quasi 1.200 di cui il 40,5 % gestito da donne. Secondo recenti stime dell’Agriturist (2012), il fatturato annuo del settore è di circa 1,17 miliardi di euro.

Foto “Acquanegra sul Chiese-Oasi Le Bine” by Massimo TelòOwn work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.