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Credere in Cristo

Volgete risolutamente il vostro cuore verso il Signore e servite lui, lui solo.
I Samuele 7, 3

Zaccaria disse: «Il Signore ha visitato e riscattato il suo popolo affinché lo servivamo senza paura, in santità e giustizia tutti i giorni della nostra vita».
Luca 1, 68; 75

 

Nel vangelo di Luca la nascita di Gesù è accompagnata da una serie di testimonianze rese da personaggi che vivono la loro fede in termini di riconoscenza e di canto: i magnificat di Maria, Elisabetta, gli angeli; qui è Zaccaria, padre del battista che dice la sua speranza usando il linguaggio dei salmi che conosce sin dall’infanzia. Due verbi danno la chiave del suo pensiero: riscattare e servire, entrambi paiono però così lontani dalla nostra esperienza da essere diventati muti per noi.

Riscattare significa comprare uno schiavo e dargli la libertà. Lo paghi quanto vale e quando è tuo gli dici: amico, adesso non hai più padrone perché io non voglio farti da padrone, puoi essere te stesso. Ci si può domandare se le creature umane ridotte a merce siano il mondo di ieri e non anche quello odierno. Cristo, dice Zaccaria, ti compra, cioè diventa padrone della tua vita, della tua volontà, dei tuoi progetti, dei tuoi sogni, delle tue idee. Non essendo noi mai stati schiavi, l’immagine non ci coinvolge; acquista però pienezza di significato nella forma che le dà l’apostolo Paolo quando dice: «non sono più io che vivo ma Cristo vive in me».

Sul verbo servire l’opinione comune getta un’ombra di netto discredito. Ai tempi delle nostre bisnonne si andava a servizio presso famiglie borghesi, e fare la serva non era altro che un’attività economica come la colf odierna. Oggi la coscienza della propria libertà e dignità ci impedisce di usare questa immagine. Ma Zaccaria la usa nel linguaggio della fede: credere in Cristo significa vivere in funzione della sua presenza, non asserviti ma al servizio di lui.

Fonte copertina: “Eyneburg 4” by User:LusitanaOwn work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.