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Le chiese sono luoghi sicuri?

Una commissione internazionale, nominata per rendere le chiese della Comunione anglicana luoghi sicuri per bambini, giovani e adulti vulnerabili, ha cominciato a lavorare, dopo essere stata nominata lo scorso anno dal Consiglio consultivo anglicano (Acc) durante il suo incontro a Lusaka, Zambia, in una delle quattro risoluzioni adottate sul tema della salvaguardia.

L’istituzione della commissione «Chiesa sicura» era stata caldeggiata dal Safe Church Network, una rete di ministri di culto e laici nata dalla preoccupazione per i casi di abusi verificatisi in un certo numero di province anglicane a opera di sacerdoti, di personale o volontari delle chiese, e soprattutto per le tragiche conseguenze nelle vittime. Questa rete, già riconosciuta dall’Acc nel suo incontro del 2012 a Auckland, è in crescita e sempre più impegnata a favore del benessere fisico, emotivo e spirituale e della sicurezza di tutti coloro che partecipano alla vita delle chiese.

Se la rete si occupa di educare le persone al tema dell’abuso e della cattiva condotta nelle chiese, di fornire a queste ultime gli strumenti e supportarle in un lavoro che le renda più sicure, alla commissione è stato dato un compito specifico e determinato nel tempo. Dovrà infatti identificare le politiche e procedure di salvaguardia già utilizzate nelle chiese della Comunione, e sviluppare nuove linee guida internazionali in vista del prossimo Consiglio consultivo, nel 2019.

Nel loro primo incontro, tenutosi alla fine del mese scorso a Londra nella sede della Comunione anglicana, i 14 membri della commissione (che arrivano dalle Fiji, Brasile, Zimbabwe, Australia, Ruanda, Sudafrica, Ghana, Canada, Stati Uniti, Regno Unito, Corea e Malesia) si sono scambiati le proprie esperienze riguardo agli abusi riscontrati nelle rispettive province, alle risposte messe in atto per prevenirli, e al trattamento delle persone abusate, ascoltando anche alcune testimonianze dirette.

L’avvocato australiano Garth Blake, presidente della commissione, ha rilevato che «in alcune province sono già in atto politiche e procedure, mentre in altre persiste una cultura del silenzio che rende difficile la denuncia dell’abuso». Nei prossimi mesi, dunque, la commissione inizierà un’indagine per accertare le procedure in vigore nelle varie chiese della Comunione anglicana e dovrà elaborare linee guida per la prevenzione e la risposta ai traumi considerando i diversi contesti locali.

La commissione ha avviato il suo lavoro partendo dai principi teologici di un documento adottato nel 2012 dall’Acc, la Carta per la sicurezza delle persone nelle chiese della Comunione anglicana, in particolare riguardo al ruolo pastorale, al controllo sull’idoneità al ministero, alle risposte concrete agli abusi, a una cultura della sicurezza che protegga le persone vulnerabili.

Questa Carta, e il tema della salvaguardia, dovrebbero essere parte del programma della Conferenza di Lambeth prevista nel 2020 in cui tutti i vescovi anglicani si incontreranno a Canterbury, come caldeggiato dall’ultimo Consiglio consultivo.

Immagine: By Mattana – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14951201