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Ad Avigliana lo sport al servizio dell’inclusione

Tre giorni di sport all’insegna dell’inclusione e del divertimento. Questo il riassunto di Avigliana Sport Against Racism che ha avuto luogo tra venerdì e domenica scorsa nel comune della bassa Val Susa. Un evento che ha dato la possibilità ai richiedenti asilo di diverse provenienze, uniti ai giovani aviglianesi, di confrontarsi in una sorta di mini olimpiade con tornei di calcio, pallavolo e pallacanestro. Oltre ai rifugiati del progetto di micro accoglienza diffusa della Val Susa, hanno partecipato alla manifestazione i ragazzi di Giaveno, Alpignano e della Val Pellice: «Da circa un anno e mezzo ad Avigliana abbiamo avviato il progetto Sport Migrante – spiega Francesco Calabrò, ideatore dell’iniziativa e operatore presso la Cooperativa Orso – L’iniziativa parte dal basso e coinvolge cittadini volontari e cooperative che lavorano sul territorio, che si prefigge l’obiettivo di utilizzare il linguaggio universale dello sport».

L’evento si è aperto nel tardo pomeriggio di venerdì, con una tavola rotonda sul tema “Lo sport come elemento di inclusione sociale per i richiedenti asilo” a cui hanno partecipato i rappresentanti di diverse realtà nel mondo dell’accoglienza che hanno raccontato le loro esperienze di progetti sportivi, sottolinenando l’efficacia di questo linguaggio universale. Al confronto ha partecipato anche l’assessora regionale Monica Cerutti, che ha sottolineato l’impegno della Regione Piemonte in questo ambito, anche attraverso azioni concrete come l’istituzione di un corso per allenatori e dirigenti sportivi incentrato proprio sul tema dell’inclusione.

Il racconto delle diverse esperienze dei progetti di accoglienza in ambito sportivo ci indica due aspetti principali: da un lato la voglia o, per meglio dire, la necessità di questi ragazzi di praticare lo sport, testimoniato dall’alta partecipazione a ogni iniziativa di questo genere. Dall’altro, l’efficacia di tale mezzo per mettere in contatto i ragazzi con il territorio e i suoi abitanti «La cosa bella di questa iniziativa – spiega Enrico Tavan, assessore alle politiche sociali del comune di Avigliana – è che molti ragazzi della zona si sono organizzati per partecipare alle giornate, evitando di farne solo un evento per i richiedenti asilo, ma una festa dello sport per tutto il territorio e i suoi cittadini».

E poi tutti in campo. Pallavolo, pallacanestro e calcio per due giorni intensi di grande divertimento, ma anche di sana competizione sportiva. Tra i partecipanti c’era anche la squadra di Avigliana Basket, iscritta al torneo UISP e che quest’anno vedrà la partecipazione di alcuni richiedenti asilo «L’iniziativa è nata circa un anno fa, quando è stata fondata la nuova società e abbiamo organizzato una serata di pallacanestro con questi ragazzi – racconta Vittorio Barella, allenatore di Avigliana Basket – Visto l’entusiasmo l’esperienza è andata avanti e ora alcuni di loro sono in pianta stabile nella nostra squadra che affronterà il campionato a partire da ottobre». Un esempio calzante di come lo sport sia davvero sinonimo di inclusione, al di là di ogni retorica.