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Le tre anime della Diaconia Valdese

Il libro giusto al momento giusto: lo ha scritto Ermanno Genre, parla di diaconia e di solidarietà, con un sottotitolo azzeccato: «i valdesi dalla borsa dei poveri all’Otto per mille»*. Una riflessione su quello che dice la scrittura, su come nella storia del cristianesimo la caritas è stata intesa, dalla chiesa primitiva alla Riforma, ai nostri dibattiti sinodali, all’azione sempre più ampia della Commissione sinodale per la diaconia (Csd). Un libro rivolto in particolare a quanti (sempre di più) operano nella diaconia, sia come volontari sia come dipendenti retribuiti. Un libro per la formazione, per la memoria storica, per l’«evangelicità delle opere, come spesso si esprimeva il pastore Alberto Taccia, responsabile primo della scelta fatta a suo tempo dal Sinodo sulle opere, in primis gli ospedali. Taccia è ampiamente citato da Genre (insieme all’altro faro dell’agape, Tullio Vinay). A un certo punto diventò evidente che la Tavola Valdese non avrebbe più potuto reggere il peso finanziario di tutti gli istituti: che fare? Se non potevano più essere «della chiesa», l’unica strada era quella di cederli al pubblico? Taccia propose una terza via: le opere restano proprietà della chiesa valdese, ma non diventano private e entrano pienamente nel sistema pubblico, con un meccanismo di convenzioni, a partire rette. Concettualmente giusto, di fatto non sempre applicato come stabilito. Gli ospedali insegnano.

Il libro inizia con un’ampia riflessione biblica sulla diaconia, che è «l’identikit della chiesa cristiana nel cuore del mondo»: responsabilità globale, verso le persone e l’ambiente, verso il creato, come lo chiama la Bibbia. Le motivazioni della diaconia cristiana non sono sempre chiare e peraltro l’aiuto al prossimo si manifesta in tanti modi senza motivazioni di fede: qui si pone la relazione tra predicazione e servizio, tra evangelo annunziato e evangelo vissuto, praticato. Questo è il tema che soggiace alle infinite discussioni, e spesso tensioni, che hanno caratterizzato i Sinodi, i convegni di formazione diaconale, i documenti e gli statuti, e più recentemente la Csd che, con l’apporto dell’Otto per mille, sostiene molti validi progetti, diversamente impensabili. Dei tre fini istituzionali (culto, istruzione, beneficenza) non c’è il rischio di trascurare il culto?

La risposta dell’autore parte dalle radici profonde della Bibbia. C’è in molti cristiani l’idea che l’amore del prossimo cominci con Gesù Cristo. Non è così: da molto prima e in molti popoli antichi l’orfano, la vedova, lo straniero sono stati protetti e aiutati. E il diritto israelitico intende creare solidarietà con i più deboli. Nel Nuovo Testamento decisivo è poi il ribaltamento di ruoli (primi-ultimi, autorità-servitore).

La diaconia e la figura del diacono sono collocati da Genre nella storia (dai vescovi a un imperatore come Carlo Magno, dai monaci all’umanesimo, ai riformatori, in modo particolare Calvino) e finalmente al pietismo e al Risveglio che sarà determinante per le valli valdesi, dall’istruzione agli ospedali. Per Genre si possono individuare tre «anime diaconali valdesi»: quella medievale, quella riformata, (diaconia, società, Stato), e quella risvegliata, che rilancia il primato dell’individuo e la diaconia come testimonianza ed evangelizzazione.

L’ultima parte del libro ci cala nell’attualità. Per motivi di spazio, ci limitiamo a qualche titolo: esodo dal monopolio pastorale, dalle diaconesse al Centro diaconale, il Centro di formazione a Firenze, il diacono jolly, dalla Ciov alla Csd, i tanti desideri dell’Otto per mille, giustizia e pace come viatico della diaconia. Per Genre «Il luogo della chiesa è nel mondo, al servizio di ogni essere umano. Questa resta la prospettiva della vocazione cristiana nell’obbedienza della fede. Ciò significa, al tempo stesso, che la relazione tra la comunità cristiana che si riunisce la domenica per celebrare il culto e le diverse forme di diaconia che essa mette in campo a favore del prossimo si situa sempre su un asse precario caratterizzato da un sostanziale disequilibrio: occorre assumere questo disequilibrio come problema teologico e non come questione ecclesiologica».

* Ermanno Genre, Diaconia e solidarietà. I valdesi dalla borsa dei poveri all’otto per mille. Torino, Claudiana, 2017, pp. 187, euro 17,50.