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Alla scoperta della Liguria dei Cantastorie

Da venerdì 19 a domenica 21 maggio si è svolta a Genova e dintorni la gita circuitale dei Precatechismi della val Pellice. Accompagnati da una staff di cinque animatori coordinati dall’animatrice giovanile Beatrice Canale, i 31 ragazzi e ragazze hanno scoperto la «Liguria dei Cantastorie». Si è scoperta Genova camminando tra i caruggi e osservando case, chiese, odori e persone attraverso gli occhi di De André. Le sue canzoni che parlano delle persone più umili di Genova hanno guidato la visita, e tra queste Via del Campo, Città Vecchia, Fiume Sand Creek, Andrea e Il Pescatore. Poco più di un secolo prima non lontano da Genova, in un piccolo paesello di nome Favale di Màlvaro, ci fu una famiglia, che pur esercitando lo stesso mestiere di cantastorie, dovette scontrarsi con la poca libertà dell’epoca. La famiglia in questione è quella dei Cereghino: cantastorie di tradizione e molto credenti, decisero verso la metà del 1800 di recarsi a Genova e, acquistata una Bibbia protestante, leggerla e iniziare a cantarne le storie. Durante i loro racconti itineranti, incrociarono anche la loro storia con i Valdesi. Infatti, dei tre fratelli Cereghino, due vennero imprigionati nella torre di Chiavari dopo una retata dei Carabinieri a causa della loro perseveranza nel musicare racconti biblici, seppur vietato a persone laiche; il terzo fratello, Stefano, giunse invece a Torre Pellice per studiare e diventare maestro. Qui conobbe Caterina Malan, che sposò e con la quale decise, diventato nel frattempo pastore, di tornare a Favale per creare una comunità valdese. Costruirono un piccolo tempio davanti alla loro casa, nel quale si riunirono fino a 80 persone e una piccola scuola retrostante al tempio per i bambini della borgata Castello. La morte di Stefano e la forte ondata migratoria di iniziò ’900 verso la Merica, portarono gradualmente al tramonto della comunità protestate di Favale, della quale oggi rimane testimonianza nel tempio (ora casa privata) e in un piccolo cimitero valdese nei boschi poco sopra la borgata. Il gruppo ha dimostrato molto interesse per il tema, che ha fornito ottimi spunti di riflessione. Seppur con attività giocate, utili per la conoscenza reciproca e la coesione del gruppo, è risultato ben chiaro a tutti che poter esprimere le proprie idee e i propri interessi è fondamentale, anche se questo può comportare lo scontro con l’ordine costituto. Quale miglior mezzo perciò se non la musica, che nobilita ed eleva ogni cosa, così come hanno fatto sia i Cereghino che De André. E così come potrebbe fare ognuno di noi, senza paura o timore, ispirato dalla loro storia, ricordandoci sempre che «…dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior».

Immagine: Di Dapa19 – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24054910