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Tutto è dono

Guardati, affinché non avvenga, dopo che avrai mangiato a sazietà e avrai costruito e abitato delle belle case, che il tuo cuore si insuperbisca e tu dimentichi il Signore, il tuo Dio
(Deuteronomio 8, 11-12.14)

Infatti, chi ti distingue dagli altri? E che cosa possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti vanti come se tu non l’avessi ricevuto?
1 Corinzi 4, 7

Le parole dell’apostolo Paolo sono un esemplare richiamo a considerare ogni umana eccellenza, nella Chiesa e nella vita quotidiana, con umiltà e riconoscenza: un dono di Dio al servizio del prossimo.

Nel mondo le cose vanno diversamente; ricchezza, fascino e qualità intellettuali sono considerati strumenti per avanzare sulla via del successo e del primato sugli altri.

Se vuoi far carriera, devi distinguerti dagli altri; oggi nel lavoro (quando riesci ad averne uno), per esempio, i colleghi sono sempre meno partner in relazione solidale (con – ligare) e sempre più avversari da cui guardarsi e che occorre superare ad ogni costo. Accade che l’altro sia sempre più allontanato da me e separato dalla mia sfera, anche mediante muri e altre barriere. La mia sicurezza si fonda sulla distanza dall’altro, che io spingo sempre più lontano da me, rendendolo più altro, alieno, distante. È il principio del conflitto che genera diseguaglianze violente e laceranti.

Nella comunità delle sorelle e dei fratelli in Cristo non deve essere così. Ogni qualità in mio possesso è un dono del Signore. La grazia del Signore, che precede ogni mia decisione, va vissuta nella dimensione della comunione fraterna, così le distanze e le barriere, in Cristo, cessano di esistere. Non ho motivo di vantarmi della mia condizione spirituale e delle mie qualità morali, perché non sono il frutto della mia opera, ma le ho ricevute in dono dal Signore.

La diversità è una ricchezza se è vissuta nella dimensione della riconciliazione realizzata dal Signore. Ricordiamo anche le parole di Paolo in Efesini 2, 14: Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell’inimicizia.

Immagine: via istockphoto.com