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Una legge per i minori non accompagnati

«Dopo oltre tre anni è finalmente approdata in aula la proposta che mira a definire un sistema organico di accoglienza e protezione per i minori non accompagnati», così si sono espresse diverse associazioni e organizzazioni quali: Amnesty International Italia, Associazione Amici dei bambini (Aibi), il Centro Astalli, Comitato italiano per l’Unicef, Coordinamento nazionale Comunità di accoglienza, Emergency, Oxfam Italia, Save the Children e Terre des Hommes Italia onlus, in riferimento alla discussione della proposta di legge dedicata ai minori stranieri non accompagnati e, proprio in queste ore, in discussione alla Camera dei Deputati.

Una proposta di legge importante, in quanto: ogni anno, secondo le statistiche ufficiali, arrivano in Italia circa 7.000 minori stranieri soli, lontani dalla famiglia e senza adulti di riferimento (il numero è certamente sottostimato, dal momento che, considera solo i minori identificati, mentre esiste un numero rilevante di minori non identificati): «Nell’ambito delle migrazioni, essi rappresentano un gruppo particolarmente vulnerabile. I minori stranieri hanno alle spalle viaggi che talvolta sono durati anni, arrivano in Italia spesso dopo aver vissuto violenze di ogni tipo e con il problema di dover restituire il denaro che si sono fatti prestare per il viaggio. Essi possono essere una facile preda dei circuiti di illegalità, soprattutto se non si attiva, fin dal momento del loro arrivo, una rete coordinata di protezione e di sostegno», così recita il preambolo della proposta di legge n° 1658 presentata il 4 ottobre 2014, esaminata in Commissione nel 2016, iter poi conclusosi il 20 ottobre scorso e portata in discussione in aula alla Camera lunedì scorso. «Oggi “approviamo” (la discussione è prevista anche oggi pomeriggio, ndr) una legge importante e civile sui minori stranieri non accompagnati – ha dichiarato a Riforma.it il deputato Mario Marazziti, presidente della Commissione Affari sociali e tra i primi firmatari della proposta –. Questa legge stabilisce che il minore approdato in Italia è per l’appunto un bambino e dunque come tale vulnerabile, al pari dei minori italiani. Dunque il bambino non potrà essere trasferito in centri per adulti, evitando così i rischi che ciò comportava: possibili maltrattamenti e abusi. Il bambino sarà invece immediatamente preso in carico dai servizi sociali o da tutori volontari; dunque il questore potrà rilasciare un permesso di soggiorno. I tempi per il riconoscimento saranno adeguati alla particolare situazione e prevedono un massimo di dieci giorni e non oltre i trenta per l’identificazione. Qualora non fosse possibile identificare il minore sarà comunque garantita una tutela per la salute del minore attraverso esami medici. Poi entro un mese, il minore dovrà essere trasferito in una struttura idonea alla sua condizione di vulnerabilità, oppure preso in carico da persone idonee. Sono ventimila i minori entrati in Italia – conclude Marazziti – di seimila di questi, purtroppo, si sono perse le tracce. Questa legge è necessaria e urgente».

La legge introduce esplicitamente il divieto assoluto di respingimento alla frontiera dei minori stranieri non accompagnati; respingimento che non può essere disposto in alcun caso (nuovo comma 1-bis dell’art. 19 del TU immigrazione) e modifica la disciplina relativa al divieto di espulsione dei minori stranieri che, in base alla normativa vigente, può essere derogato esclusivamente per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato, stabilendo che, in ogni caso, il provvedimento di espulsione può essere adottato a condizione che non comporti «un rischio di danni gravi per il minore».

La presente legge, come recita il testo, intende definire un sistema stabile di accoglienza, con regole certe, volto a garantire pari condizioni di accesso a tutti i minori, maggiore stabilità, qualità nella rete di accoglienza e ottimizzazione delle risorse pubbliche: « È una legge urgente e doverosa – ha dichiarato anche il professor Paolo Naso, coordinatore del progetto Mediterranean Hope della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) –. Tutti gli indicatori ci dicono che il fenomeno è in crescita esponenziale. La Fcei è da tempo impegnata a Scicli, Ragusa, con un progetto pilota di grande rilievo che va proprio in questa direzione. Dunque non solo di mera accoglienza di minori non accompagnati, ma d’integrazione e dialogo con la realtà italiana. Minori che studiano, vivono e crescono insieme a noi, in un clima sociale che, dal sospetto iniziale, è divenuto realtà. La società civile sta facendo la sua parte – ha concluso Naso –, ora tocca alla politica».

I punti salienti della legge sono: la necessità di uniformare le procedure di identificazione e di accertamento dell’età; l’istituzione di un sistema nazionale di accoglienza, con un numero adeguato di posti e con standard qualitativi garantiti, e l’attivazione di una banca dati nazionale per disciplinare l’invio dei minori che giungono in Italia nelle strutture di accoglienza dislocate in tutte le regioni, sulla base delle disponibilità di posti e di eventuali necessità e bisogni specifici degli stessi minori».

Immagine: via flickr.com