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Terra Madre anche nel Pinerolese

Lingue, colori, culture veramente da tutto il mondo quelli presenti a Terra Madre, la kermesse parallela al Salone del gusto di Torino iniziato giovedì 22 settembre e chiusosi lunedì 26. E naturalmente sapori: frutti che da noi non esistono né conosciamo, dimensioni aziendali quasi impensabili.

E con la rassegna una grande prova di accoglienza e disponibilità. Il Pinerolese ha accolto, gratuitamente, oltre 100 persone, una cinquantina la sola val Pellice. Africani, ma anche indiani, russi, armeni, turchi e ancora altre etnie e religioni. Il cibo, ancora una volta, mette d’accordo tutti; fino alla sera di domenica 25, quando una folta delegazione di ospiti, con le famiglie che li hanno accolti, sono stati accolti dal Comune di Bricherasio nell’ambito della sagra dell’uva.

E dietro a ogni persona una storia; di lavoro, di speranze e magari di contatti da avviare qui, in Europa. Come Ibrahima Thiombane, senegalese, che ci confida di avere una grande disponibilità di terreno irrigabile, dove si sta costruendo un pozzo, ma ha di fronte due problemi, l’organizzazione del mercato e dell’export, ma soprattutto deve fare i conti ogni anno con la scarsa disponibilità di semenze.

O Amadou Wade, che proprio dalla val Pellice potrebbe riceve un aiuto con la cessione gratuita di una macchina imbottigliatrice: «Sarebbe un grande aiuto; le donne che lavorano a imbottigliare i nostri succhi impiegano, a mano, tanto tempo in questa operazione».

Non mancano anche le belle esperienze, come quella di Cheich Tidiane Sow, maestro di scuola elementare, che accanto alla lingua o alla matematica, insegna ogni settimana, ai suoi allievi, come si coltiva un orto e un frutteto; anche per questo non mancano le domande su come si coltivano da noi la vite o i meleti.

Cinque giorni di incontri, di scambi, di assaggi; il cibo, insomma, unisce i popoli e le persone. Molti promettono di tornare fra due anni.