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Il pericoloso mantra “Non un euro”

Mi piace la regola di non devolvere alcuna parte del Otto per mille al “culto”, cioè al sostentamento dei pastori e alla manutenzione e alle spese correnti dei locali di culto. A dirla tutta, non ci vedrei nulla di sbagliato in assoluto, ma credo che le chiese valdesi e metodiste hanno solo da guadagnarci a mantenere la consapevolezza che esistono solo perché i fratelli e le sorelle le sostengono. Insomma, il principio protestante che la chiesa c’è non perché ci deve essere per forza, ma perché è una libera scelta dei suoi membri va salvaguardato.

Tuttavia sono preoccupato per la maniera in cui questo viene comunicato: lo slogan più volte ripetuto negli anni “Non un euro va al culto”, semplificazione del sacrosanto “Non un euro dell’Otto per Mille va per il culto”.

Anzitutto, il fatto che uno slogan sia una semplificazione è una realtà che nel tempo si perde. Alla fine lo slogan tende a sostituirsi all’intero concetto nella forma e nella sostanza. Pertanto rischia di passare l’idea che non sia bene dare soldi per il culto, nemmeno un euro.

Questo squalifica il culto, rispetto all’azione sociale della chiesa. Cosa determina una chiesa: il culto o la diaconia? La risposta giusta è che non sono concetti scindibili. Certo, ma lo slogan li scinde, ponendo su un livello morale superiore e indipendente la diaconia.

Certo, c’è il principio della laicità. Mi domando tuttavia, quanto contribuiscono all’affermazione della laicità in questo paese le predicazioni dei pastori valdesi e metodisti? L’accoglienza religiosa di tutti i cittadini e le cittadine che non sono a posto secondo la morale predominante in questo paese è o non è anche (e non solo, ovviamente) una testimonianza di laicità, di rispetto, di ragionevolezza, della possibilità di costruire un paese più giusto che sia la casa di tutti e tutte?

La mia più grossa preoccupazione è, però, l’evoluzione dello slogan in mantra. Il mantra è quella frase che diventa un tutt’uno col tuo respiro, quasi indipendente dall’elaborazione razionale, ma che coinvolge l’intero tuo essere. Io non ce la faccio a dire “Non un euro al culto” durante gli annunci al culto quando in questa parte dell’anno ricordiamo dell’Otto per Mille. Come faccio a dire “Non un euro al culto” subito prima o subito dopo aver esortato la comunità a raccogliere “la colletta per la vita e la testimonianza di questa chiesa”?

Dicendo, ripetendo, respirando “Non un euro al culto”, a mio parere, si corre il serio rischio che il sostentamento della chiesa da parte dei suoi membri o simpatizzanti passi in secondo, terzo, quarto piano, via via fino a scomparire. E se, di conseguenza, scompariranno le chiese valdesi e metodiste, scomparirà la ragione d’essere del nostro Otto per Mille, con gravi conseguenze per le associazioni che ne traggono beneficio. E per il futuro della laicità nel nostro paese.

Foto via Pixabay