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Gotson Pierre, una vita al servizio di Haiti

Sabato 6 dicembre la libreria Claudiana di Torre Pellice ha organizzato un incontro con il giornalista haitiano Gotson Pierre, appena nominato Eroe dell’informazione dalla prestigiosa organizzazione Reporters sans frontières.

Prima dell’incontro abbiamo avuto la possibilità di intervistarlo.

Gotson è giornalista da oltre 30 anni. Oggi è un professionista al passo coi tempi, con l’ipad, un profilo facebook, conosce e sa utilizzare l’intricato mondo dei social network. Si può seguire su Twitter e conosce gli strumenti informatici dei cosiddetti nuovi media. 30 anni fa invece l’unico strumento che aveva per fare il suo mestiere era una radio a Port-au-Prince, la capitale di Haiti, nella quale ha passato la vita a informare i suoi connazionali.

«L’unico strumento di comunicazione e di informazione, allora, era la radio – ci spiega – Ed era anche il più efficace. Tutti la ascoltavano e quindi era il mezzo migliore per informare la popolazione, ma non solo, anche per creare coesione sociale. Oggi, anche se ci sono molti più strumenti per comunicare e conoscere i fatti, la radio, ad Haiti, rimane ancora il media più ascoltato e migliore per informare la gente».

Reporters sans Frontièeres l’ha nominato Eroe dell’Informazione 2014 per il fondamentale aiuto fornito agli abitanti dell’isola caraibica dopo il terremoto del 12 Gennaio 2010. Con i colleghi dell’agenzia AlterPress che Gotson Pierre ha fondato, ha lavorato alacremente per dare immediato aiuto alla popolazione subito dopo il terremoto. «Davamo le informazioni essenziali su quali bisogni c’erano in determinati quartieri. Quindi prima è stata un’informazione adattata alla situazione del momento e poi un’informazione su come è stata portata avanti la ricostruzione ad Haiti».

Grazie alla Ong torinese Cisv, con la quale collabora da tempo, Gotson Pierre ha potuto raggiungere Torre Pellice e portare la sua testimonianza.

«In questi ultimi 3-4 anni – continua Gotson – nonostante siano stati spesi moltissimi soldi per la ricostruzione, in realtà nessun edificio pubblico è stato né riparato, né ricostruito. Molti abitanti si sono riparati le case e i muretti di cinta dei cortili da soli».

Gotson Pierre dopo il sisma ha collegato i sei campi di accoglienza per gli sfollati, che sono ancora attivi e dove vivono ancora circa ancora 1 milione e 500 mila persone, con un telecentre (computer e telecamere in rete) permettendo la comunicazione e lo scambio di notizie in tempi minimi. Così gli Haitiani hanno potuto condividere informazioni sugli aiuti necessari e sulla condizione nei diversi campi, e disporre spedizioni di ricerca dei superstiti. Il telecentre permette agli abitanti dei campi di scambiare informazioni sulle vittime, sui dispersi, sulle conseguenze del sisma e sulla distribuzione degli aiuti umanitari. Il telecentre visita ogni giorno ciascuno dei sei campi profughi.

«Gli aiuti internazionali – conclude Gotson – sono stati molti. Ne sono stati promessi 10 miliardi ma ne sono arrivati solo 5 e questi non sono stati utilizzati bene. Non sono andati a beneficiare i reali bisogni della popolazione perchè non si è andato a verificare quale fosse il vero bisogno della popolazione».

Il terremoto di Haiti è stato catastrofico. Il numero di vittime è stato di 222.517 e i feriti altrettanti. La vera entità dei danni materiali provocati dal sisma è ancora sconosciuta ma secondo la Croce Rossa Internazionale e l’ONU, il terremoto avrebbe coinvolto più di 3 milioni di persone.

L’intervista è andata in onda giovedì 11 dicembre alle 12,30 e si può risentire qui in podcast.