Martin Scorsese, regista e teologo inconsapevole

Il libro che raccoglie tre dialoghi tra il cineasta italoamericano e padre Antonio Spadaro

 

«Per me, tutto si riduce alla questione della grazia. La grazia è qualcosa che avviene nel corso della vita. Viene quando non te l’aspetti». Così si esprime il grande regista Martin Scorsese nel piccolo libro curato dal gesuita Antonio Spadaro, esperto di comunicazione e già direttore di La civiltà cattolica*.

 

Il testo raccoglie quattro chiacchierate tra il sacerdote e l’artista tra il 2016 e il 2023 e si conclude con una suggestiva bozza di sceneggiatura per un film su Gesù. Già nel 1988 Scorsese aveva diretto L’ultima tentazione di Cristo, dal romanzo di Nikos Kazantzakis. Il regista è celebre per le sue messe in scena profondamente teologiche. La formazione cattolica di Scorsese traspare in quasi tutti i suoi numerosi film, con un’enfasi sulla ricerca di autoredenzione dei personaggi, da Travis Bickle di Taxi Driver a Jake LaMotta di Toro scatenato, fino a Sebastião e Francisco del più recente Silence (cfr. Riforma n. 14/2024, p.5). Tuttavia, nelle chiacchierate con Spadaro emerge un tipo di cattolico molto diverso dal gesuita: un cattolico americano, newyorkese per la precisione, cresciuto sì in un ambiente generalmente poco raccomandabile, ma plurale dal punto di vista religioso.

 

Ecco, allora, le citazioni dalla presbiteriana Marilynne Robinson, l’amore per l’ortodosso Dostoevskij, per il deista Walt Whitman, per l’ebreo (poi cristiano non affiliato) Bob Dylan, l’amicizia con l’arcivescovo episcopaliano Paul Moore, che riteneva L’ultima tentazione un film «cristologicamente corretto» e che gli aveva passato il libro di Shūsaku Endō Silence. È l’interazione tra la propria spiritualità e quella degli altri che permette a Scorsese di esprimersi con Spadaro in modo così profondamente teologico.

 

Qui è la sorpresa del libro. Ci si aspetterebbe, infatti, un dialogo tra il teologo e l’artista secolare, mentre alla lunga è Scorsese che emerge come teologo, inconsapevole forse, ma certamente solido. È un uomo che ha meditato sulla Parola e su Dio per tutta la vita, e continua anche ora alla veneranda età di 82 anni.

 

Appare difficile, invece, comprendere quella che emerge come una vera e propria idiosincrasia di Spadaro per la predestinazione. «Il nostro discorso è caduto su Marilynne Robinson – racconta Spadaro –, una delle più grandi scrittrici viventi. Lei da fervente calvinista crede alla “predestinazione”. Io lì sono andato giù duro, troppo duro, inutilmente, lo ammetto. E ho detto: “il suo genio poetico la salva, cioè salva le storie che scrive dalla sua fede nella predestinazione. Chi crede nel fatto che tu sia predestinato alla salvezza o alla dannazione non può scrivere storie interessanti perché manca un pezzo fondamentale perché una storia funzioni: la libertà”. […] Una storia interessante non può essere “già” scritta».

 

Stupisce che l’immensa cultura di Spadaro, autore interessante, che ha riflettuto in maniera approfondita e fresca, tra le altre cose, anche sul rapporto tra teologia e social media, non riesca ad aiutarlo a convivere con questa idiosincrasia. Senza dilungarmi nella confutazione (suppongo che chi legge Riforma sia edotto nell’argomento), colpisce come a Spadaro non sorga un dubbio sulla la predestinazione, finendo per ridurla all’immagine caricaturale e blasfema di un “Dio burattinaio”. Neanche l’ammirazione per Robinson (che cosa significa «il suo genio poetico la salva»?) scalfisce la convinzione che i calvinisti siano contro la libertà e in qualche maniera “nemici numero uno” della fede.

Se Scorsese mostra e dimostra una maturazione teologica diversa è anche perché il dubbio e la curiosità che caratterizzavano quel bambino asmatico di Little Italy gli hanno aperto il cuore e la mente. «Penso sia importante – dice il regista – tenere sempre presente il mistero dell’umanità. Perché qualcuno fa una determinata cosa? Perché questa e non quella? È un mistero anche per noi stessi. [La predestinazione,] se esiste, è in una dimensione e in una forma che non potremo mai capire»: parole di un cattolico che vuole capire gli altri, anche quelli che non capisce.

 

* Martin Scorsese, Antonio Spadaro, Dialoghi sulla fede. Milano, La nave di Teseo, 2024, pp. 13, euro 16,00.