Una comunità viva alla ricerca di nuovi doni

L’articolo che riassume i giorni dell’Assemblea Generale dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia

 

Alessandro Spanu è il nuovo presidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia. I delegati e le delegate provenienti da tutta Italia lo hanno votato ad amplissima maggioranza nel corso della 47a Assemblea Generale, che ha avuto luogo dal 19 al 22 settembre a Montesilvano (Pe).

 

Si concludono dunque gli otto anni di presidenza di Giovanni Arcidiacono, salutato con un lungo applauso e con parole di ringraziamento non certo di circostanza per il grande e appassionato impegno profuso in una stagione caratterizzata da molte sfide, prima delle quali la gestione della situazione pandemica che ha messo a dura prova anche le chiese e le loro comunità.

 

Vice-presidente è stata eletta Marta D’Auria, redattrice del nostro giornale, e quali membri del Comitato Esecutivo: Stefano Meloni, Stefania Polo, Sandra Spada, Antonio Pascale, Vittorio De Palo, Noel Fabrice Yoro, Jaime Castellanos. A tutte e tutti loro il compito di traghettare l’Unione battista per i prossimi due anni.

 

Se quello delle elezioni dei nuovi organi di governo era il momento più significativo dell’assise, sono stati moltissimi i temi toccati e gli atti approvati. Dalla gestione interna della chiesa alle relazioni internazionali (significativa in questo senso la notizia dell’assegnazione dai fondi opm battista di 25 mila euro destinati al finanziamento della costruzione a Berlino della House of One, la Casa dell’Uno, un luogo unico in cui incontrare le tre principali religioni monoteistiche, e di cui vi avevamo parlato anche noi di Riforma), dalle inevitabili discussioni sullo stato di salute finanziario delle comunità alla grande sfida della Pace, dalle nuove tipologie di ministero, immaginate nel tentativo di andare incontro ai vari talenti che le comunità possono esprimere, fino allo stato di salute delle varie opere gestite dall’Ucebi (importante l’avvio del primo step del progetto del “Centro studi Martin Luther King Jr.”).

 

Come sempre si è rivelato toccante il ricordo delle persone che hanno avuto a vario livello un ruolo nella vita delle chiese battiste italiane, decedute nell’ultimo biennio e per tutte le quali il presidente Ucebi Giovanni Arcidiacono ha avuto parole di non retorico omaggio.

 

Due le nuove chiese accolte nell’Unione: la chiesa evangelica coreana di Settimo Milanese e la chiesa battista della comunità dello Sri Lanka di Roma Laurentino: la presenza in aula dei rispettivi pastori ha suggellato il momento.

 

Molto spazio è stato dedicato all’analisi dell’operato del Comitato Esecutivo nei due anni precedenti. Quattro differenti gruppi di lavoro hanno invece ragionato attorno a macro-temi che riguardano la vita e la gestione dell’Unione per poi produrre una serie di proposte che, discusse infine in plenaria, hanno portato all’estensione e votazione di una serie di atti, che hanno riguardato soprattutto i giovani, le nuove modalità di essere chiesa e di gestire la stessa, la formazione di nuove figure che possano rappresentare una risposta al calo di vocazioni pastorali che si registra in questi ultimi decenni. L’Assemblea Generale ha incoraggiato a tal proposito le chiese a valorizzare i doni e individuare le vocazioni specifiche che si manifestano in seno alle comunità. Questo percorso di discernimento trova nella Nuova Scuola Asaf (Scuola di formazione per la missione, la predicazione, la musica e l’intercultura) il luogo di formazione intermedia che da anni si occupa di preparare le sorelle e i fratelli che le chiese inviano.

 

Come sempre il mondo è entrato nell’Assemblea e lo ha fatto in molti modi. Attraverso le lunghe discussioni sul tema della Pace, accompagnate da una importante serata che ha riunito attorno a un tavolo i rappresentanti di varie religioni, dall’islam al cristianesimo, dal buddismo all’ebraismo per discutere di ruolo e strumentalizzazioni politiche delle religioni. Attraverso la partnership sempre più stretta fra le chiese battiste italiane e quelle dello Zimbabwe, che hanno rinnovato il loro patto di collaborazione, presenti con una delegazione. Attraverso le relazioni in costruzione con la Fraternidad cubana (Fibac). Attraverso la presentazione di una nuova coppia missionaria proveniente dagli Stati Uniti e pronta a prestare servizio nel nostro Paese.

 

Se dovessimo indicare una protagonista delle assemblee battiste, o un filo rosso, potremmo forse indicare la musica, un’altra via per fare entrare il mondo in noi, per scaldare cuori e animi.

 

L’Unione battista è pronta dunque a entrare in una nuova stagione in cui sarà necessario trovare nuovi equilibri fra dimensione locale (le chiese) e quella nazionale (l’Ucebi). Questa la sfida per il nuovo Comitato Esecutivo che Spanu ha colto e commentato: «Questa è la dialettica che insieme a tutte e tutti voi tenteremo di governare, sicuri che – citando il pastore Manfredi Ronchi – “la comunione fra le nostre chiese è molto più della somma delle singole parti”».

 

Molti gli ospiti che hanno portato i loro saluti all’Assemblea, fra questi: la moderatora della Tavola valdese, la diacona Alessandra Trotta, la presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei), la pastora Mirella Manocchio, la vicedecana della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi), pastora Kirsten Thiele, il presidente dell’Uicca (Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del settimo giorno) Andrei Cretu, il pastore Luca Anziani, presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (Opcemi), la Segretaria generale dell’Esercito della Salvezza, Maggiore Cinzia Walzer Campagnano, il presidente della Federazione delle chiese pentecostali (FCP), Alfredo Giannini, il direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI), don Giuliano Savina, che ha portato i saluti del vescovo Derio Olivero, presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Chiesa cattolica.

 

L’impressione generale che si ricava dopo queste intense giornate è quella di una comunità viva, che prova a ripensarsi, a cercare nuovi doni alla luce delle mutate situazioni che il mondo di oggi presenta. Una consapevolezza importante, che aiuta a superare il rischio di un rassegnato guardarsi indietro.

 

 

 

Nella foto di Martina Carolii il nuovo comitato esecutivo Ucebi